John Lennon

Le cinque più belle canzoni del XX secolo (secondo me…..)

Dopo le cinque più belle canzoni dei Beatles e di Fabrizio De Andrè ecco, sempre secondo me, le cinque più belle del XX secolo.

Queen – Bohemian Rapsody

 

The Beatles – Let it be

 

Led Zeppelin – Stairway to heaven

 

John Lennon – Imagine

 

Bob Dylan – Blowin’ in the wind

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Freddie Mercury

In ricordo di Freddie Mercury

Il 24 novembre di 30 anni fa, il 1991, consumato da una lunga malattia, moriva Farrokh Bulsara, meglio noto come Freddie Mercury.

Freddie, frontman dei Queen, può essere considerata un’icona leggendaria della musica pop, sia per la sua voce inconfondibile e straordinaria, la sua capacità di interpretazione unite alla bravura di compositore di molti dei brani musicali della band.

Se consideriamo gli anni ’60 del secolo scorso come il decennio dei Beatles, non possiamo che ritenere gli anni ’70 e ’80 quelli dei Queen.

Brani musicali come Bohemian Rapsody (a mio avviso il più grande della musica pop del ‘900), Somebody to love, Killer Queen, Radio Ga Ga, We will rock you, We are the champions o concerti come quello a Wembley del luglio 1986 o la partecipazione al Live Aid del 1985 sono ancor oggi attuali sia per chi, come lo scrivente le ricorda direttamente, sia per le nuove generazioni.

Freddie se ne andò in silenzio, le sue ceneri sparse in un luogo segreto, ma di lui resta il ricordo di un grande musicista, sicuramente uno dei più grandi del ‘900.

Lo ricordo con due immortali performances.

 

 

 

 

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Le cinque più belle canzoni dei Beatles (secondo me…)

Visto che non avevo altro da fare ho pensato quali fossero le cinque più belle canzoni dei favolosi The Beatles, la band che ha cambiato il paradigma della musica pop mondiale.

Confesso di averci messo un bel po’ a decidere, facendo una decina di classifiche e poi cambiandole. In realtà avrei dovuto scegliere le 50 piu belle canzoni, visto che è difficile scartarne qualcuna, ma alla fine ecco la mia personale cinquina.

Let it be (1970)

 

A Day in the life (1967)

 

Come together (1969) 

 

Yesterday (1965) 

 

Strawberry fields forever (1967)

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Fabrizio De Andrè

Le cinque più belle canzoni di Fabrizio De Andrè (secondo me…)

Oggi è una tipica giornata autunnale: cielo grigio, pioggia. Visto che di uscire non ne viene voglia, ho ascoltato un po’ di canzoni di Fabrizio De Andrè e mi sono chiesto: “Quali sono le cinque più belle, ovviamente secondo me ?”. Ci ho messo un po’ a decidere,visto che sono moltissime quelle che mi piacciono, ma alla fine…eccole.

La canzone dell’amore perduto (1964)

 

Crêuza de mä  (1984)

 

Amore che vieni,amore che vai (1966)

 

 

La Domenica delle Salme (1990)

 

La canzone di Marinella (1964)

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Eugenio Montale

Eugenio Montale: 125 anni dalla nascita

Il 12 ottobre 1896 nasceva a Genova, in Corso Dogali, Eugenio Montale, uno dei più grandi poeti del ‘900 italiano. Vorrei ricordarlo con una delle sue più famose poesie tratta dalla raccolta “Ossi di seppia” del 1925.

 

Spesso il male di vivere ho incontrato
era il rivo strozzato che gorgoglia
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

 

Vorrei anche consigliare la lettura del testo “Eugenio Montale, Poesie” curato dal mio insegnante di Lettere del liceo, Angelo Marchese:

Eugenio Montale

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John Lennon

Imagine: 50 anni

Il 9 settembre 1971 uscì negli USA il secondo LP di John Lennon dopo lo scioglimento dei Beatles. L’album conteneva 10 tracce e la prima del lato A era Imagine, che avrebbe dato il nome al disco stesso.

L’11 ottobre 1971 venne pubblicato negli USA ed in Europa il 45 giri di Imagine. E’ da molti (e da me) considerata una delle più belle (forse la più bella) canzone della seconda metà del ‘900. Il disco non ebbe in Italia il successo che avrebbe meritato e che ha avuto postumo, tanto che nella Hit Parade fu superato dal “Ballo del tuca tuca” di Raffaella Carrà e da una canzone di Nicola di Bari.

Il testo di Imagine è un grande inno alla convivenza, alla pace, e contro tutto ciò che divide gli uomini, a iniziare dalle religioni, e può considerarsi il testamento di quel grande autore che è stato John Lennon.

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Vajont

9 ottobre 1963: la tragedia del Vajont

In quell’anno, il 1963, facevo la V elementare. Ricordo benissimo che tornavo a casa da scuola intorno alle ore 17, come sempre di corsa per poter vedere la “TV dei ragazzi” nell’unico canale allora esistente. Accesi la televisione e vidi una scritta che diceva che le trasmissioni erano state interrotte a causa di una tragedia avvenuta in provincia di Belluno e che veniva trasmessa solo musica sacra.

Lì per lì non capii, anzi fui abbastanza contrariato della cosa. Come molti sanno allora le notizie circolavano poco, i giornali del mattino del 10 ottobre non riportavano la notizia in quanto chiusi più o meno all’ora della tragedia, le 22.39, quando dal Monte Toc si staccò l’enorme frana che cadendo nel lago artificiale del Vajont produsse la fuoriuscita dell’acqua che rovinò giù per le valli, distruggendo ogni cosa al suo passaggio.

Solo al tardo pomeriggio del 10 ottobre la televisione iniziò a trasmettere immagini da Longarone ed allora mi resi conto di quanto era successo. Lo stesso avvenne nei giorni successivi, ma ricordo che le riprese ed i commenti erano tutti edulcorati, e già si dichiarava che la frana non poteva essere prevista, che i soccorsi erano stati efficaci, che lo Stato (democristiano) era presente.

In realtà dalle foto apparse sui giornali non di regime il giorno successivo si potevano vedere solo dei soldati con la pala che scavavano nel fango per recuperare corpi inanimati, solo qualche ruspa, qualche camion. E si vedevano anche i superstiti aggirarsi là dove erano le loro case alla ricerca di qualcosa da salvare.

Alla fine i morti furono circa 1900, ma i cadaveri recuperati solo 1500.

La tragedia del Vajont fu la prima accaduta in Italia per la quale, pur con le tecnologie di allora, vi fu una copertura mediatica.

Una tragedia che poteva essere evitata, non costruendo una diga, allora la più alta d’Italia, in un luogo ove erano già avvenute frane. Un’opera voluta per poter coprire le necessità di energia elettrica del Nord-Est dell’Italia, una vera e propria speculazione.

Alla tragedia seguì un lungo processo, fatto anche di intimidazioni di testimoni, di rifiuto da parte di consulenti a formulare perizie difformi da quella ufficiale. Processo che si concluse dopo molti anni con lievi condanne; si disse che le condanne erano di un giorno per ciascuno dei morti.

Sulla tragedia del Vajont sono state scritte molte pagine e prodotti film, pieces teatrali, canzoni. Suggerisco a chi non fosse a conoscenza dei fatti di dare un’occhiata, ad esempio, alla completa voce di Wikipedia dalla quale si può partire per saperne di più.

https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_del_Vajont

 

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Cesare Pavese

Ricordando Cesare Pavese

Il 27 agosto del 1950 in una stanza dell’albergo Roma di Torino decideva di lasciare questo mondo lo scrittore Cesare Pavese.

E’ stato scrittore di romanzi, racconti, poeta e traduttore e con la sua opera ha percorso gli anni difficili del fascismo, della guerra e della ricostruzione.

A mio avviso è stato uno dei più grandi scrittori del ‘900, raccontando in modo avvincente le Langhe e Torino. La sua poesia è stata innovativa rispetto quella di altri autori del periodo.

Fu fermamente antifascista e per questo fu confinato in un paesino della Calabria.

Purtroppo di Pavese se ne parla poco nella scuola: alcuni docenti ritengono che non sia di facile comprensione, altri semplicemente sostengono di non aver tempo per trattare la seconda metà del ‘900 se non per i “classici” Pirandello, Quasimodo, Ungaretti e Montale): un vero peccato.

 

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