Il Premio Nobel per la Chimica 2024 ha insignito tre scienziati che hanno compiuto importanti studi sulle proteine.
Ecco alcune informazioni sui tre laureati:
David Baker (1962, Seattle, WA, USA) è riuscito nell’impresa, quasi ritenuta per anni impossibile, di costruire tipi di proteine completamente nuovi, partendo da zero. Quota del premio: 1/2.
Demis Hassabis (1976, London, United Kingdom) e John Jumper (1985, Little Rock, AR, USA) hanno sviluppato un modello di intelligenza artificiale per risolvere un problema vecchio di oltre 50 anni: prevedere le strutture complesse delle proteine. Queste scoperte hanno un enorme potenziale in particolare in campo farmaceutico. Quota del premio: 1/2 ciascuno.
Il 29 settembre 1944 ebbe inizio la serie di stragi note come “Strage di Monte Sole” o, spesso più di frequente, come “Strage di Marzabotto“.
In realtà le stragi, che si conclusero il 5 ottobre furono perpetrate in diversi centri abitati dell’Appennino bolognese, posti sulle pendici del Monte Sole: Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno.
Responsabili dell’efferata strage furono i soldati dell’esercito tedesco, delle SS e fascisti repubblichini, più che altro impegnati come delatori, spie ma anche partecipanti direttamente alle stragi.
La strage di Monte Sole fu la più pesante in termini di perdite di cittadini inermi, e seguì quelle di Sant’Anna di Stazzema e di Vinca, in una lunga striscia di sangue che seguì la fuga verso nord dei soldati tedeschi. Ad essi era stato dato l’ordine da parte del feldmaresciallo Kesserling di fare “terra bruciata” nelle zone ove combattevano le formazioni partigiane.
Incaricato di ciò fu il maggiore Reder, comandante del 16° battaglione Panzer Aufklärung Abteilung della 16° Panzer Granadier Division “Reichs Führer SS”, uno dei peggiori criminali di guerra del teatro italiano.
Il 29 settembre le truppe naziste si avvicinarono alla frazione di Casaglia di Marzabotto. Gli abitanti, in maggior parte anziani, donne e bambini si radurarono in preghiera nella chiesa di Santa Maria Assunta. I nazisti entrarono nella chiesa, uccisero il parroco ed alcuni anziani, ed ordinarono agli altri di recarsi al cimitero e lì 197 innocenti, dei quali 50 bambini, furono massacrati con mitragliatrici e bombe a mano.
Da lì iniziò una esplosione di ferocia insensata che portò i soldati tedeschi, guidati da fascisti, in ogni frazione della zona, Caprara, Cerviano, Creva, ed in altri casolari isolati ad uccidere senza pietà chi vi fosse trovato.
La ferocia dei nazifascisti fu tale che alcuni bambini furono decapitati, altri civili inermi fatti a pezzi con le bombe a mano, o con mitragliatrici pesanti.
Il tutto durò sei giorni, sei giorni in cui la degenerazione prese il sopravvento su qualsiasi senso di umanità. Una lunga striscia di sangue che alla fine contò qualcosa come 1830 vittime, tra quelli uccisi e quelli che morirono successivamente in conseguenza delle ferite ricevute.
A distanza di 80 anni dalle stragi di Monte Sole, la memoria di queste deve restare viva in ogni persona che si riconosca nei valori della democrazia, tanto più in un momento dove rigurgiti fascisti, teorie negazioniste e sovraniste sono purtroppo riemerse.
Concludo riportando una foto della lapide ad ignominia, epigrafe di Piero Calamandrei indirizzata al feldmaresciallo Kesserling.
Il 25 settembre 1896 nasceva a Stella San Giovanni Sandro Pertini, una delle più luminose figure del ‘900: combattente nella I guerra mondiale, antifascista, autorevole membro della Resistenza, Presidente della Camera dei Deputati e Presidente della Repubblica.
Un uomo che definire un gigante è riduttivo, soprattutto se paragonato ai politici attuali.
Rimane viva in me la campagna per le elezioni politiche del 1972 e l’onore di averlo potuto conoscere.
Sicuramente attuale questa sua frase:
“Il fascismo per me non può essere considerato una fede politica. Sembra assurdo quello che dico, ma è così: il fascismo a mio avviso è l’antitesi delle fedi politiche, il fascismo è in contrasto con le vere fedi politiche. Non si può parlare di fede politica parlando del fascismo, perché il fascismo opprimeva tutti coloro che non la pensavano come lui.”
Quindi con i fascisti, e con chi ne condivida in parte o in tutto l’ideologia, non deve esistere alcun dialogo; essi non possono essere minimamente considerati parte di uno stato democratico, ma solo nemici da combattere senza esclusione di colpi per eliminarli definitivamente dalla faccia della Terra.
Giordano Bruschi, il Partigiano Giotto, compie oggi 99 anni. A Lui, memoria storica dell’antifascismo della Val Bisagno che ha incontrato più di 50.000 studenti delle scuole genovesi, ai quali ha raccontato cosa sia stata la guerra di Liberazione ed il ricordo delle centinaia di giovani genovesi che diedero la vita per riscattare l’onore dell’Italia infangato dai fascisti e dai loro alleati nazisti.
Giordano Bruschi viene festeggiato ed onorato oggi nella sua Val Bisagno al Circolo Sertoli.
L’ 11 settembre del 1973 il Presidente del Cile Salvador Allende moriva durante l’assalto ed il bombardamento da parte di militari golpisti.
Si concludeva, nel più tragico dei modi, il governo di Unidad Popular nato dalle democratiche elezioni del 1970 ed iniziava una delle più efferate dittature del XX secolo, con a capo il generale Augusto Pinochet, che con metodi brutali, torture, esecuzioni sommarie, detenzioni, restò al potere fino fino al 1990.
Il golpe fu orchestrato dal governo USA, in particolare dal Segretario di stato Henry Kissinger e dal Presidente Richard Nixon che ritenevano contro gli interessi americani un governo a prevalenza socialista, un Presidente che si definiva marxista, amico di Fidel Castro e, soprattutto, per evitare che governi simili potessero nascere in altri paesi dell’America latina.
Da non dimenticare l’influenza delle teorie neoliberiste dei Chicago Boys che furono da Pinochet assoldati per annullare le nazionalizzazioni volute da Allende, a partire da quella più importante delle miniere di rame (Nacionalización de la Gran Minería del Cobre del 1971).
L’11 settembre 1973 l’epilogo con l’assalto al palazzo presidenziale della Moneda, il suo bombardamento aereo, Salvador Allende ed i suoi collaboratori a difendere il palazzo eretto a simbolo della democrazia con fucili e mitra, cadendo sotto i colpi dei militari.
Salvador Allende morì ucciso nell’attacco, secondo altre ipotesi suicidandosi per non farsi prendere vivo. L’una e l’altra versione simboleggiano la grandezza dell’Uomo, il suo non volersi arrendere di fronte a militari che avevano tradito il loro giuramento.
Allende entra di diritto nel novero dei grandi del XX secolo come esempio di rivoluzionario per via democratica.
Personalmente ricordo di quei giorni una manifestazione autoconvocata di studenti e lavoratori davanti al consolato cileno a Genova, in Via D’Annunzio e le successive assemblee universitarie. Ricordo anche il più famoso gruppo musicale cileno, gli Inti Illimani, che si trovavano in tournee in Italia dove trovarono asilo politico.
Ben diverso il destino di un altro grande esponente della musica andina, Victor Jara, sostenitore di Allende, che fu catturato dai militari golpisti, torturato brutalmente ed, infine, ucciso il 16 settembre.
Alla fine dell’agosto del 1944, esattamente dal 25 al 27, truppe tedesche in ritirata verso il nord, comandate dal maggiore Walter Reder, compirono in più riprese una delle peggiori stragi di inermi civili della II guerra mondiale, paragonabile a quelle di Sant’Anna di Stazzema e di Marzabotto.
Il pretesto fu quello di rappresaglia ad un attacco partigiano nei confronti di alcuni automezzi tedeschi nella strada che da Monzone conduce a Vinca, frazioni del comune di Fivizzano, in Lunigiana.
Il 24 agosto diversi automezzi con soldati tedeschi e militi repubblichini italiani salirono alla frazione di Vinca ed iniziarono una metodica ricerca degli abitanti, che, al momento, erano soltando donne, anziani e bambini in quanto gli uomini validi si erano rifugiati nei boschi soprasil pretanti.
Quindi il pretesto della rappresaglia venne subito a cadere in quanto nemmeno un partigiano era lì presente, ma ciononostante la brutalità dei nazifascisti non conobbe pietà verso inermi civili. Molti furono uccisi sul momento, molte case furono incendiate, alcune con dentro i loro proprietari, alcuni furono decapitati e, orrore senza giustificazioni, ad una donna gestante fu strappato il feto.
Il giorno successivo, 25 agosto, gli uomini che si erano nascosti nei boschi fecero ritorno al paese cercare di spegnere gli incendi, vedere se vi fossero superstiti e a seppellire i morti. Fu un tragico errore in quanto i tedeschi ed i repubblichini fecero ritorno ed uccisero quanti fossero lì presenti.
Alla fine furono 173 o 174 le vittime accertate, alcune, come detto, bruciate, altre impalate o decapitate. Una strage voluta dal maggiore Reder al solo scopo di spaventare le popolazioni civili e non certo come rappresaglia in quanto nessun partigiano si trovava a Vinca.
Walter Reder fu successivamente responsabile della strage di Marzabotto ma riuscì a rientrare in Germania. Nel 1948 fu estradato in Italia e nel 1951 condannato all’ergastolo. Purtroppo nel 1985 il Governo Craxi ne autorizzò la scarcerazione preventiva, probabilmente in cambio di qualche beneficio da parte del governo della Repubblica Federale di Germania per cui il criminale potè finire i suoi giorni in libertà.
Per questa strage non furono mai fatte indagini approfondite, in particolare per scoprire chi fossero i militi repubblichini coinvolti ed assicurarli quindi alla giusta punizione.
Il 25 agosto 2019 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed il Presidente Federale della Germania Frank-Walter Steinmeier hanno commemorato insieme i caduti di Vinca ed il Presidente Steinmeier ha pubblicamente chiesto perdono a nome di tutti i tedeschi.
Questa strage, come altre nelle quali sono stati coinvolti italiani aderenti alla Repubblica sociale, deve essere di monito perenne affinchè non possa più risuscitare alcuna forma di fascismo.
La Woodstock Music and Art Fair, più nota come The Woodstock Fair, in italiano Fiera di Woodstock fu uno degli eventi musicali del XX secolo più importanti.
L’evento ebbe inizio il 15 agosto 1969 e si concluse il 18 dello stesso mese. Consiserato il più importante festival musicale della cultura hippie, si svolse nello stato di New York, nella cittadina di Bethel, non lontana da Woodstock, città già nota come sede di diverse iniziative legate alla cultura hippie. Lo slogan fu “Three Days of Peace & Rock Music“, ovvero “Tre giorni di pace e musica rock”
Si stima che abbiano partecipato circa 500.000 persone, rispetto una previsione di 40.000/60.000. Alla fine il luogo prescelto fu un’area di 600 acri comprendendo anche uno stagno.
Il notevole afflusso di partecipanti creò non pochi problemi logistici, ad esempio fare entrare i camion con i sistemi audio, e igienici in quanto erano pochissimi i bagni chimici disponibili.
Ciò nonostante Woodstock rimane una delle più grandi manifestazioni musicali di tutti i tempi.
Pateciparono molti dei più famosi artisti di lingua inglese del momento, tanto che fu necessario prolungare al 18 agosto con la partecipazione finale di Jimi Hendrix che rimane nella storia della musica Rock.
Non sto a riportare tutti gli artisti ed i brani da loro interpretati, in quanto si trovano facilmente in rete, ma solo quelli che ricordo e che ho maggiormente apprezzato ieri ed oggi, a distanza di 55 anni e i brani più significativi.
Oggi 12 agosto 2024 ricorre l’ 80° anniversario della strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema. Una delle più efferate stragi compiute dai nazisti della 16.SS-Panzergrenadier-Division “Reichsführer-SS”con la collaborazione, accertata da testimonianze dei pochi sopravvissuti, di fascisti che parlavano il dialetto versigliese e che indicarono ai nazisti i luoghi dove ali abitanti si erano nascosti.
Una strage, 560 uccisi, alla quale ne seguirono altre come quelle di Fivizzano e di Marzabotto, in una lunga striscia di sangue che seguiva il ripiegamento dalla Linea Gotica dei soldati nazisti.
La strage di Sant’Anna di Stazzema è stata oggetto, pur con un colpevole ritardo, di un processo tenuto presso il Tribunale militare di La Spezia con il quale la strage è stata definita un vero atto terroristico perpetrato allo scopo di spaventare le popolazioni a non affiancare o sostenere le attività dei Partigiani operanti nell’Appennino. Furono individuati e condannati all’ergastolo gli ufficiali che dettero l’ordine di uccidere inermi civili, per altri la condanna fu cancellata per morte del reo, per pochi vi fu l’assoluzione per insufficienza di prove.
La strage fu una delle peggiori in quanto i soldati nazisti colpirono inermi civili, attirandoli nella chiesa o nel cimitero dove furono mitragliati. Alcune case furono date alle fiamme con dentro donne e bambini.
I bambini, appunto, furono vittime del tutto innocenti di questa inumana violenza. Oltre 130 furono quelli uccisi, compresa Anna Pardini che allora aveva solo 20 giorni.
Sono passati 80 anni, ovvero 3/4 di secolo. Un lungo periodo che potrebbe condurre all’oblio i fatti descritti. Per fortuna i pochi sopravvissuti, allora bambini, hanno avuto la forza in questi lunghi anni di mantenere viva la memoria della strage, a monito futuro perchè ciò non possa più accadere.
Ed in un momento storico, ove si ha da un lato la tendenza per alcuni politici a mettere nel dimenticatoio le efferatezze compiute dalle truppe naziste ma, anche, da parte di fascisti repubblichini, e dall’altro l’emergere di politiche sovraniste e razziste, ritengo necessario e doveroso mantenere viva la memoria di cosa sia stato il fascismo in Italia e la sua disgraziata alleanza con il nazismo hitleriano.
Il sovranismo ed il razzismo oggi interpretato in Italia da alcuni partiti politici è sì diverso dal nazifascismo degli anni della II guerra mondiale, ma non per questo meno pericoloso in quanto i prodromi non sono molto diversi da quelli del 1922 per il fascismo mussoliniano e del 1933 per il nazismo hitleriano.
E’ quindi necessario lottare in modo intransigente contro i sovranisti ed i razzisti per evitare che la storia si ripeta.
Come ogni anno si è tenuta la commemorazione ufficiale, e nessun membro del governo italiano vi ha preso parte. Ancora una volta i “nipoti” dei fascisti repubblichini non hanno avuto il coraggio di dire apertamente di chi fossero le responsabilità. A partire dalla presidente del consiglio, che non ha voluto di certo rovinarsi le vacanze.