Effetti biologici delle radiazioni

Ho casualmente trovato, ripiegato tra le pagine di un libro, degli appunti risalenti al 1984 dal titolo “Effetti biologici delle radiazioni”. Purtroppo non ricordo quando li abbia scritti e il motivo, tenendo conto che mi sembrano un po’ troppo complessi per un utilizzo nella scuola secondaria.

Li pubblico, anche se dubito possano avere un utilizzo dopo 40 anni, ma il fatto che siano stati scritti con una macchina da scrivere  abbastanza curioso.

effetti radiazioni ionizzanti

 

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Molecole

Materiali didattici del prof. Gian Giacomo Guilizzoni

Pubblico in evidenza i link ad alcuni documenti prodotti nella sua lunga vita di docente di Chimica dal compianto prof. Gian Giacomo Guilizzoni. L’esimio professore mi ha onorato per molti anni concedendomi l’onore ed il piacere di pubblicare nel mio sito sulla didattica della Chimica i suoi più importanti lavori.

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Molecole

La strada verso gli elementi 119 e 120 della tavola periodica

Negli anni della “guerra fredda” nei due blocchi erano attivi diversi laboratori nucleari finalizzati a scopi militari. Nell’ambito di queste ricerche era in atto, sempre tra i due blocchi, una “gara” per la sintesi di nuovi elementi.

Questi laboratori, il Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL) (USA), il GSI Helmholtz Centre for Heavy Ion Research Darmstadt (Germania) e il  Joint Institute for Nuclear Research Dubna (URSS) sono i principali che hanno lavorato nella sintesi dei nuovi elementi.

Al termine della “guerra fredda” sono proseguiti questi studi che hanno sintetizzati un buon numero di “elementi superpesanti”, quelli che nella tavola periodica sono superiori al numero atomico 103; elementi chiamati “transattinoidi”.

Quando si parla di “sintesi” nel caso di questi elementi si parla di pochi atomi prodotti od emivita inferiore al secondo, radioattivi e per lo più metallici.

E’ chiaro che questi esperimenti avevano più un significato politico, testimoniando l’avanzamento delle ricerche, piuttosto che uno pratico in quanto gli elementi sintetizzati non hanno né potranno avere utilizzo pratico.

L’ultimo in ordine di tempo ad essere sintetizzato nella quantità di 4 atomi dal Joint Institute for Nuclear Research Dubna (Russia) è stato l’elemento 118 che la IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry) ha autorizzato a dargli il nome di Oganesson (Og): esso ha massa atomica relativa 294  (118 protoni e 176 neutroni).

Da allora le ricerche sono proseguite, ma non hanno avuto risultati osservabili e concreti, ma la ricerca ha ipotizzato che nell’universo possono esistere elementi ancora più pesanti, anche se al momento la scienza non ha le capacità di sintetizzarli sulla Terra.

Due elementi sembrano avere le possibilità teoriche di essere sintetizzati nel nostro pianeta; sono l’elemento 119, chiamato ununennium, e l’elemento 120, chiamato  unbinilium, che sono estremamente pesanti, tanto che se un giorno verranno sintetizzati sarà necessario aggiungere un periodo, l’ottavo, alla tavola periodica.

La ricerca prosegue ed è stato da non molto pubblicato un documento sulla rivista Physical Review Letters ove si descrive una nuova ricerca del Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL) ove nel 2024  un gruppo di ricercatori ha sintetizzato due atomi di     290Lv nella reazione tra  244Pu and 50Ti .

I ricercatori hanno visto in questa reazione di sintesi del Livermorio-116 la possibilità di arrivare alla sintesi di atomi di ununennium (119). Al momento le numerose ricerche effettuate dai laboratori già citati, non hanno portato risultati, non essendo prodotto e verificato nemmeno un atomo. Una nuova strada è stata intrapresa da alcuni laboratori cinesi bombardando atomi di Americio-243 con proiettili di Cromo-54.

Secondo diversi scienziati l’ ununennium (119) è sembra essere il più difficile da scoprire.

Teoricamente  sarebbe possibile creare atomi di unbinilium (120): con la differenza che verrebbero bombardati  bersagli di Californio-249 con atomi di Titanio-50 . Attualmente non vi sono stati risultati positivi, nel senso che nessun atomo di di  unbinilium (120) è stato prodotto.

La strada verso l’elemento 119 e l’elemento 120 ed eventualmente verso elementi successivi è ancora ripida e lunga da percorrere.

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Note di Nomenclatura Chimica Inorganica

Ritrovati dopo lunghe ricerche delle dispense sulla nomenclatura chimica inorganica, che avevo redatto nel 1982 per gli alunni del biennio geometri dell’Istituto Tecnico Statale di Chiavari,

Come si può vedere le dispense sono scritte con una macchina da scrivere, ed in piccola parte, ad esempio legami e molecole, a mano. Nel 1982 a scuola avevamo un solo computer Commodore Pet e stavamo imparando ad usarlo…

NOTE di NOMENCLATURA CHIMICA 1982
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Premio Nobel per la Chimica 2024

Il Premio Nobel per la Chimica 2024 ha insignito tre scienziati che hanno compiuto importanti studi sulle proteine.

Ecco alcune informazioni sui tre laureati:

David Baker (1962, Seattle, WA, USA) è riuscito nell’impresa, quasi ritenuta per anni impossibile, di costruire tipi di proteine completamente nuovi, partendo da zero. Quota del premio: 1/2.

Demis Hassabis (1976, London, United Kingdom)  e John Jumper (1985, Little Rock, AR, USA) hanno sviluppato un modello di intelligenza artificiale per risolvere un problema vecchio di oltre 50 anni: prevedere le strutture complesse delle proteine. Queste scoperte hanno un enorme potenziale in particolare in campo farmaceutico. Quota del premio: 1/2 ciascuno.

The official website of the Nobel Prize – NobelPrize.org

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Premio Nobel per la Chimica 2023

Premio Nobel per la Chimica 2023

Moungi G. Bawendi, Louis E. Brus e Alexei I. Ekimov sono insigniti del Premio Nobel per la chimica 2023 con la motivazione: “per la scoperta e lo sviluppo di punti quantici”.

Queste minuscole particelle hanno proprietà uniche e ora sono utilizzate per diffondere la loro luce dagli schermi televisivi a QLED e dalle lampade a LED.

Queste particelle, inoltre, catalizzano reazioni chimiche e la loro luce particolarmente chiara può illuminare il tessuto tumorale ed essere così di grande aiuto negli interventi chirurgici.

E con oggi sono esattamente 60 anni che un italiano non riceve un Premio Nobel per la Chimica: l’ultimo fu Giulio Natta nel 1963.  Ed anche l’unico.

Link: Elenco di tutti gli insigniti del Premio Nobel della Chimica e motivazioni

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Premio Nobel per la Chimica 2022

Il Premio Nobel per la Chimica 2022 è stato assegnato dall’Accademia reale svedese delle scienze a Carolyn R. Bertozzi, Morten Meldal e K. Barry SharplessPer lo sviluppo della chimica “a scatto” e per la chimica bioortogonale.

Sharpless e Meldal hanno gettato le basi per una forma funzionale di chimica, chiamata “dei click” o “a scatto” – in cui i mattoni molecolari si uniscono in modo veloce ed efficiente.

Carolyn Bertozzi ha portato la “chimica dei click” in una nuova dimensione e ha iniziato a utilizzarla negli organismi viventi.

K. Barry Sharpless era già stato insignito del Premio Nobel nel 2001 per i suoi studi sulle reazioni di ossidazione catalizzate chiralmente.

La “chimica dei click” descrive reazioni ad alto rendimento, di portata ampia, e che creano solo sottoprodotti che possono essere rimossi senza cromatografia; sono stereospecifici, facili da eseguire e possono essere condotte in solventi benigni e rimovibili con facilità.

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