9 ottobre 1963: la tragedia del Vajont
In quell’anno, il 1963, facevo la V elementare. Ricordo benissimo che tornavo a casa da scuola intorno alle ore 17, come sempre di corsa per poter vedere la “TV dei ragazzi” nell’unico canale allora esistente. Accesi la televisione e vidi una scritta che diceva che le trasmissioni erano state interrotte a causa di una tragedia avvenuta in provincia di Belluno e che veniva trasmessa solo musica sacra.
Lì per lì non capii, anzi fui abbastanza contrariato della cosa. Come molti sanno allora le notizie circolavano poco, i giornali del mattino del 10 ottobre non riportavano la notizia in quanto chiusi più o meno all’ora della tragedia, le 22.39, quando dal Monte Toc si staccò l’enorme frana che cadendo nel lago artificiale del Vajont produsse la fuoriuscita dell’acqua che rovinò giù per le valli, distruggendo ogni cosa al suo passaggio.
Solo al tardo pomeriggio del 10 ottobre la televisione iniziò a trasmettere immagini da Longarone ed allora mi resi conto di quanto era successo. Lo stesso avvenne nei giorni successivi, ma ricordo che le riprese ed i commenti erano tutti edulcorati, e già si dichiarava che la frana non poteva essere prevista, che i soccorsi erano stati efficaci, che lo Stato (democristiano) era presente.
In realtà dalle foto apparse sui giornali non di regime il giorno successivo si potevano vedere solo dei soldati con la pala che scavavano nel fango per recuperare corpi inanimati, solo qualche ruspa, qualche camion. E si vedevano anche i superstiti aggirarsi là dove erano le loro case alla ricerca di qualcosa da salvare.
Alla fine i morti furono circa 1900, ma i cadaveri recuperati solo 1500.
La tragedia del Vajont fu la prima accaduta in Italia per la quale, pur con le tecnologie di allora, vi fu una copertura mediatica.
Una tragedia che poteva essere evitata, non costruendo una diga, allora la più alta d’Italia, in un luogo ove erano già avvenute frane. Un’opera voluta per poter coprire le necessità di energia elettrica del Nord-Est dell’Italia, una vera e propria speculazione.
Alla tragedia seguì un lungo processo, fatto anche di intimidazioni di testimoni, di rifiuto da parte di consulenti a formulare perizie difformi da quella ufficiale. Processo che si concluse dopo molti anni con lievi condanne; si disse che le condanne erano di un giorno per ciascuno dei morti.
Sulla tragedia del Vajont sono state scritte molte pagine e prodotti film, pieces teatrali, canzoni. Suggerisco a chi non fosse a conoscenza dei fatti di dare un’occhiata, ad esempio, alla completa voce di Wikipedia dalla quale si può partire per saperne di più.
https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_del_Vajont