Corso Italia: il degrado della pavimentazione

Corso Italia da da tempo avrebbe diventare una “promenade” come quella “Des Anglais” di Nizza o come la “Croisette” di Cannes. Invece è rimasta una passeggiata distante almeno 50/100 metri dal mare, spazio in cui, senza soluzione di continuità o quasi, vi sono stabilimenti balneari.

Comunque passeggiando sul marciapiedi lato mare è sempre gradevole, specie nelle giornate non estive, quelle un po’ uggiose o scaldate da un tiepido sole.

Una ventina di anni fa la pavimentazione del marciapiede a mare fu completamente rifatto, con ottimi risultati. Piastrelle color mattone scuro, altre più chiare vicine alle precedenti, altre a disegnare rose dei venti.

Qualche anno fa il sindaco Bucci decise di disegnare una pista ciclabile restringendo le corsie per le auto, sia dal lato mare che da quello a monte. Un idea davvero infausta, in quanto lo spazio per i pochi ciclisti era delimitato solo da una striscia bianca, e quindi la pericolosità per chi la percorreva era decisamente elevata.

Lo scorso anno lo stesso ineffabile sindaco decise per un rifacimento completo del marciapiede e delle corsie stradali a monte, creando in tal modo una pista ciclabile, rubando un po’ di spazio al marciapiede e un po’ alla corsia stradale.

Il lavori che dovevano essere conclusi prima dell’estate, sono stati completati in ritardo intono a metà agosto. Quello che ancora resta da completare sono le panchine con fioriere, visto che è stato scelto un tipo che è in orribile cemento e che dovrebbe essere rivestito di finto granito.

Di una cosa, però, non si parla: del marciapiede. Questo presenta diverse mattonelle divelte, altre spaccate, le giunture tra file di mattonelle si sono allargate tanto da consentire la crescita di erba all’interno, altar vegetazione è nata tra la pavimentazione e le balaustre, belle ma prive di manutezione e spesso usate come orinatoi di cani.

Insomma, il degrado del marciapiede è evidente e non si sa se si provvederà ad una adeguata manutenzione.

Questo è il risultato di anni di incuria da parte della amministrazione comunale che, sfortunatamente, è appena stata rieletta, per cui avrà davanti molti anni per proseguire nel favorire il degrado della città.

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Turisti alla Villetta Di Negro

Stamattina sono stato a passeggiare alla Villetta Di Negro. Come ho già scritto in altro articolo, la Villetta rappresenta per me un “luogo del cuore” avendo passato tra i suoi viali sia l’età della fanciullezza, sia quella dell’adolescenza.

Oltre a camminare un po’ al fresco dei maestosi alberi volevo approfittare per testare un obiettivo della mia fotocamera.

Era metà mattinata di domenica, ed ho subito notato che la Villetta era molto animata da molte persone, indubbiamente turisti. Come la cascata scenografica è una delle parti più apprezzate e sfondo per fotografie. Infatti una decina di persone era lì aspettando il “turno” per effettuare qualche foto o selfie. Mentre anche io attendevo, una giovane si guarda intorno per depositare una carta, forse una confezione di biscotti, nel contenitore dell’immondizia. Peccato che lo stesso, come da foto da me scattata, era stracolmo, probabilmente non svuotato da giorni.

La giovane, forse percependo il mio disagio di genovese, mi chiede se vi fosse vicino un’altro contenitore. Le rispondo: “I’m sorry, but there are no empty garbage cans here. You can try  in the upper area, at the end of this staircase“.

La ragazza con i suoi amici si incamminano per la salita, ed io seguo a breve distanza. Arrivati alla zona che si chiamava “del laghetto” o “della Bandiera“, vedo la fanciulla accanto ad un altro  contenitore ancora più strabordante di “rumenta“. Passo vicino, le sorrido, e le dico “This is Genoa… Ask Major Bucci“.

Per fortuna la fanciulla ha pensato bene di tenersi la cartaccia anzichè, come avrebbero fatto molti altri, gettarla per terra accanto al contenitore.

Scendo in altra parte della Villetta, sotto il Museo, e lì un gruppetto di persone, italiane, sedute su alcune panchine a riposare all’ombra. Anche lì l’unico contenitore è stracolmo, tra l’altro con un cartone dentro, e sento una signora, con in mano una bottiglietta di acqua minerale, chiedere “Ma non ci sono i contenitori per la differenziata ?

Da genovese mi sono vergognato. Ma, di certo, dovrebbe vergognarsi di più il sindaco bucci (minuscola voluta), che è interessato solo a inutili monorotaie, dissalatori, funivie, euroflore, supermercati e non si occupa dei beni storici della città, come sono i parchi e le ville comunali.

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Villetta Di Negro: il degrado continua

Conosco molto bene la Villetta Di Negro, una delle più belle ed interessanti del centro di Genova. Alti alberi, ad esempio il platano monumentale, vialetti che corrono tra aiuole, tranquilli luoghi dove riposare al fresco in un gazebo o,semplicemente, su una panchina.

Come già scrissi ho passato buona parte della mia infanzia e della mia adolescenza nella Villetta, esplorandone ogni palmo ed ogni luogo lo ricordo come fosse oggi. A pochi metri dall’ingresso principale due laghetti che ospitavano cigni ed anatre, ora solo qualche tartaruga. Le voliere con diversi uccelli colorati, oggi abbandonate. Le grotte, dove si sperimentavano i primi rapporti con le ragazze, da decenni chiuse da inferriate. La cascata coreografica, quella per fortuna ancora funzionante, e la salita alla parte sommitale allora chiamata la “bandiera“.

E nella parte bassa il “quadrato” dove tra curatissime aiuole le mamme e le nonne solevano sedere sulle panchine mentre noi bambini correvamo a perdifiato nei vialetti, ben attenti a non calpestare le aiuole anche per la costante presenza di un vigile urbano.

Sì, perchè lì un alto pennone faceva sventolare la bandiera di Genova. Non molto tempo fa della bandiera non restava che una minima parte per cui inviai al Comune la segnalazione e devo dire che in poco tempo la bandiera fu sostituita. Peccato che sia stata usata una bandiera che dopo pochi mesi già presenta lacerazioni.

Sempre in quello spazio due elementi sono presenti: la pagoda e il laghetto con putto e pesce. Entrambe sono in condizioni penose da lungo tempo. La pagoda, da cui si gode una visione di piazza Corvetto e dell’Acquasola è chiusa da una rete in quanto alcune parti sono pericolanti.

Il laghetto da decenni non vede una goccia d’acqua, se non quella meteorica, sul pavimento aghi di pino, spazzatura ed un triste putto con pesce, che ha perso il suo colore originale del bronzo per acquistare quello della ruggine e lì resta in attesa di poter far zampillare ancora dal pesce un filo d’acqua.

Eppure ci vorrebbe poco: a cinque metri c’è la cascata e basterebbe una piccola condotta interrata per ridare al laghetto la sua dignità.

Già, ci vorrebbe poco, ma nemmeno quel poco è nelle intenzioni del Comune, in particolare dell’attuale sindaco Bucci, che non ha mai mostrato interesse per il bene comune costituito dai parchi e dalle ville comunali. E malauguratamente è stato rieletto, così possiamo già prevedere che nel prossimo quinquennio di mandato la bella Villetta Di Negro sarà lasciata al suo inevitabile degrado.

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Nervi: i parchi rubati

Sono passati 45 giorni dal termine della mostra “Euroflora 2022″.

Nel sito del Comune di Genova, https://smart.comune.genova.it/comuni… è detto chiaramente che i parchi sarebbero stati inagibili ai genovesi ed ai turisti dal 7 marzo 2022 al 1 giugno 2022.

Niente di più falso. Al 18 giugno sono agibili solo il Roseto Viacava e l’area giochi di Villa Serra. Gli altri cancelli, prati, stradine sono inibite al pubblico utilizzo.

Infatti tutta la zona interessata dalla nefanda esposizione è chiusa da reticolati che impediscono ai cittadini, specie in questi giorni di calura, di ristorarsi all’ombra degli alberi secolari.

Il responsabile della mancata restituzione ai cittadini di un bene comune è solo una persona: il sindaco Bucci, purtroppo riconfermato nella carica. Responsabile in quanto sindaco, ma anche in quanto indefesso propugnatore dell’uso di beni pubblici per scopi più economici che culturali.

Non contento l termine della edizione 2022, che non ha raggiunto il numero di visitatori auspicato, e su cui aleggia il sospetto che molti biglietti siano stati acquistati dalle aziende partecipate dal Comune forse per tenere alto il numero rispetto i veri visitatori, egli (il sindaco) ha intenzione di organizzare la prossima Euroflora diffusa nei vari parchi e ville pubbliche di Genova, diffondendo così il degrado delle aree verdi e un ulteriore inibizione all’uso civico per i cittadini.

Tutto questo per una iniziativa che ha assunto ormai il solo aspetto di una fiera-mercato.

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Monte Moro

Monte Moro: bellezza e degrado

Il Monte Moro è un rilievo di circa 400 metri che si erge sulla parte di Levante della città di Genova, più precisamente tra i quartieri di Quinto al Mare e Nervi.

Si trova a poca distanza dal mare, per cui durante la II guerra mondiale furono costruiti diversi bunker per ospitare batterie anti-nave ed anti-aeree che ancora oggi sono visibili.

Il monte è raggiungibile da Apparizione percorrendo via Lanfranco Alberico fino al suo piazzale finale. Da questo, spostandosi verso il mare si gode un panorama della città e della Riviera di Levante. In giornate limpide sono visibili anche le località della Riviera di Ponente, fino alle Alpi liguri.

Guardando verso sud, sempre in giornate limpide, si può osservare la Corsica, mentre verso sud-est l’isola di Capraia.

Si tratta quindi di un punto panoramico molto interessante che sarebbe da valorizzare dal punto di vista turistico-naturalista, ma al momento… non c’è nulla. Non esiste un punto di ristoro (una volta c’era l’Hostaria del Monte Moro, ora vi sono solo i ruderi), non vi è nemmeno una fontanella di acqua, o un cestino dei rifiuti, tanto che, come si vede nel video, molti incivili abbandonano bottiglie, sacchetti, piatti di plastica ed altro.

Un tempo il Monte Moro, insieme al vicino Monte Fasce ed al Righi, avevano due aspetti diversi: di giorno luoghi per scampagnate familiari, di notte scopatoi per coppie più o meno regolari, magari con contorno di “osservatori”, ma che non lasciavano quasi mai rifiuti in giro, al massimo qualche “guanto di Parigi”.

A mio parere sarebbe molto utile sistemare un poco sia i due piazzali, sia le zone da dove si gode maggiormente la vista con semplici panchine, qualche tavolo da picnic, un paio di fontanelle sistemare anche la via che in alcuni punti presenta buche pericolose.

Non sarebbe male anche favorire un turismo storico con visite delle batterie, ovviamente dopo aver posto in sicurezza i manufatti e le stradine per raggiungerli.

Un avviso: ad un certo punto in via Alberico c’è un cartello che indica dei lavori in corso e vieta l’accesso a chi non sia autorizzato. Sono anni che è lì, qualche lavoro sembra che sia stato fatto, ma io ci sono passato alcune volte e non ho mai visto operai al lavoro. Quindi ignorate il cartello, come fanno tutti.

In ultimo spero che qualcuno (AMIU) abbia il buon senso di ripulire sollecitamente l’area ed impiantare qualche bidone, meglio se per la raccolta differenziata.

 

AGGIORNAMENTO

Sono tornato nel luogo il 10 giugno. Qualche volontario ha raccolto in sacchetti di plastica buona parte della spazzatura dispersa. I numerosi sacchi sono accumulati sul piazzale, ma nessuno -intendo AMIU- al momento ha ritenuto di doverli portare via. E già qualche sacco appare rotto e si presume che tra poco la spazzatura sarà nuovamente libera.

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Euroflora 2022

Il prossimo weekend nei Parchi di Nervi avrà luogo la seconda puntata di Euroflora dell’epoca Bucci. Come è noto dall’edizione 2018 il sindaco decisionista ha voluto spostare la floralie dalla Fiera del Mare, ove si svolgeva dal 1966, ai Parchi di Nervi.

Come è noto i Parchi di Nervi sono dei parchi storici legati alle ville che ancor ora sono presenti e utilizzate a scopi museali. Un bene comune, utilizzato sia dai residenti che da altri genovesi, per l’ampiezza dei prati, la presenza di numerosi specie vegetali catalogate, ampi vialetti ove passeggiare e, last but not least, sede del bellissimo Roseto Viacava.

L’edizione del 2018 sarà ricordata per l’intasamento di auto e autobus dei visitatori, visto che la zona di Nervi non dispone di molti parcheggi, ma soprattutto per i gravi danni apportati alla vegetazione. I prati sono stati calpestati, coperti da alcune strutture espositive spesso di pessimo gusto, tubazioni provvisorie, impianti elettrici.

Più di un anno di lavoro dei pochi giardinieri ci è voluto per riportare i Parchi al loro aspetto naturale. Si sperava che l’esperienza negativa avrebbe condotto l’ineffabile sindaco a riflettere sulla inopportunità di ospitare una fiera all’interno dei Parchi, ma spostarla in luoghi ove fossero meno dannosi gli allestimenti. Invece no, l’ineffabile, visto che le elezioni comunali sono alle porte, ha pensato bene di riproporre la cosa, sperando di arraffare qualche voto da chi ha interessi economici in zona, mentre di certo ne perderà da quelli che sono abbastanza incazzati per la chiusura di oltre due mesi dei Parchi per gli allestimenti e per come verranno lasciati, ovvero da coloro che ritengono che le Ville e i Parchi pubblici siano un bene comune da mantenere, curare e lasciare alla completa e gratuita fruizione dei cittadini.

Per molti anni Euroflora è stata una interessante e sobria iniziativa che si svolgeva alla Fiera del Mare, dove si potevano osservare in allestimenti scenograficispecie vegetali note ed altre sconosciute provenienti da altri paesi.

Personalmente spero che non vi sia una ulteriore Euroflora a Nervi, per lasciare tranquilli i Parchi che meritano di essere visti e vissuti per quello che sono, una testimonianza del passato di una grande città, esattamente il contrario di ciò che vuole Bucci, il peggior reggitore del comune a partire dal Doge Simone Boccanegra ad oggi,

In ricordo di due passate edizioni, 1976 e 1981, pubblico qui delle foto che scattai allora. Si tratta, come è logico, di foto analogiche, nello specifico diapositive, che ho convertito in digitale e, quindi, con una certa perdita di particolari e colori a volte un po’ alterati. Ma sono documenti che ritengo interessanti.

EUROFLORA 1976

EUROFLORA 1981

 

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I marciapiedi di Via Mameli in Genova

Qualche tempo fa ho percorso Via Goffredo Mameli per recarmi alla Villetta Dinegro. La via è una di quelle che nella mia vita avrò percorso migliaia di volte, avendo abitato per molti anni nei pressi. E’ una salita che porta da Piazza dei Cappuccini a Corso Megenta; nel primo tratto fino all’incrocio con Via Pastrengo (n.b. tutte le strade di quella zona hanno nomi che richiamano il Risorgimento), ed  ai due lati della strada vi sono dei palazzi signorili ottocenteschi, mentre nel tratto superiore il lato di levante è il terrapieno su cui insiste il Corso Magenta e, se ben ricordo, sede della diramazione dell’acquedotto storico, nella parte che poi terminava nel porto di Genova.

La via nel lato di ponente presenta alberi di alto fusto, se non erro Sophora Japonica, con ampie chiome che danno una piacevole ombra nei mesi più caldi. Purtroppo le radici di questi alberi, mai curati nel passato, hanno sollevato le selci del marciapiede in diversi punti. Questo comporta un pericolo evidente di inciampo tanto che costringe a camminare con gli occhi ben fissi a terra.

Sarebbe opportuna una manutenzione straordinaria, ma il Comune di Genova non pare interessato.

AGGIORNAMENTO

Un doveroso aggiornamento. Passando oggi 21 aprile in via Mameli ho visto operai e tecnici di ASTER al lavoro. La maggior parte dei vecchi alberi è già stata tagliata e le radici tolte dal sottosuolo. E’ in avanzato stato la messa a dimora con alberelli di Sophora Japonica che si spera possano ridare dignità alla strada, anche se ci vorranno diversi anni di crescita.

Anche le selci sollevate dalle radici sono state sistemate quasi tutte in modo apprezzabile ed al momento in cui scrivo, 21 aprile 2022, restano da sistemare solo le piante in prossimità dell’innesto con Corso Magenta.

 

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Degrado

Degrado o alluvione ? A Genova basta poco per finire a mollo….

Il 13 Novembre 2021 a Genova, in particolare nelle due principali valli, quella del Polcevera e quella del Bisagno è piovuto, pur non a livello di alluvione, per diverse ore. In alcune zone si sono avuti strade e crêuze ridotte a torrenti e conseguenti allagamenti sia delle strade e delle auto parcheggiate, sia di alcune abitazioni o autorimesse.

Naturalmente i prodi reggitori della città, partendo dal sindaco (“s” volutamente minuscola) Bucci e dei suoi assessori si è scaricata ogni responsabilità sulla imponderabilità dell’evento.

In realtà non si può dare la colpa a Giove Pluvio, in quanto da sempre a Genova a Novembre piove e, a volte anche più del normale. Ma, ripeto, la pioggia del 13 Novembre non è stata eccezionale.

Ed allora di chi è la colpa ?

Indubbiamente la prima colpa risale alla selvaggia urbanizzazione e cementificazione delle colline genovesi, perpetrata negli anni della ricostruzione postbellica, ed ancor più negli anni ’60 del secolo scorso.

Ma la seconda colpa, non meno grave, è da attribuirsi alla scarsa manutenzione dei rivi, delle crêuze, dei sistemi di scarico dell’acqua piovana. Proprio quest’ultima causa è forse la preminente.

Da sempre in autunno cadono le foglie ma a Genova nessuno le raccoglie. Ovvero, se cadono in strade dove possa effettuarsi lo spazzamento meccanico, è possibile che uno o due passaggi annui si verifichino, ma se le foglie cadono ed ostruiscono i tombini là dove lo spazzamento e la raccolta dovrebbe essere manuale, la cosa non avviene o avviene in modo insufficiente.

Ho voluto documentare in un breve video la situazione in uno dei tratti della Circonvallazione a Monte, quello di Corso Solferino adiacente a Villa Gruber. SI vede sul marciapiede e sulla cunetta di raccolta dell’acqua montagne di foglie, terriccio, financo pezzi di manifesti pubblicitari caduti dai loro pannelli.

E tutta la Circonvallazione, fortunatamente ancora alberata, è nelle medesime condizioni.

Ma i responsabili dell’amministrazione comunale non provano un senso di vergogna nel vedere tutto ciò ? Per fortuna tra non molti mesi ci saranno le elezioni e spero che i genovesi abbiano un sussulto di orgoglio e chiamino a governare la città persone oneste e competenti, non certo quelli attuali.

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