Villa Croce

C’era una volta a Villa Croce…..

Villa Croce è una villa ottocentesca con un piccolo parco che si trova nel quartiere di Carignano, un tempo, prima che fossero costruiti il Corso Aurelio Saffi e poi la Fiera del Mare, praticamente sul mare.

A Villa Croce ho passato molte giornate da bambino, accompagnato da mia nonna, e ricordo in particolare una piccola fontana scenografica con una cascatella. L’insieme appariva (ed appare tutt’oggi) come una roccia naturale, scavata dall’azione dell’acqua. In realtà è costruita con pietre legate da malta cementizia.

L’acqua arrivava dall’alto,  scendeva in una vasca dove, se ricordo bene, erano dei pesci rossi, poi attraverso un cunicolo arrivava, con piccola cascata, alla base dove si disperdeva in un tombino.

Niente di straordinario, ma ricordo che giocavo a mettere delle foglie nella vasca e notare quanto ci mettessero ad arrivare alla cascatella. Oppure,con altri bambini, a fare gara a quale foglia arrivasse per prima alla base. Un modo fanciullesco di imparare l’idrodinamica.

Da molti anni la fontana è asciutta, ricettacolo di spazzatura, foglie mai rimosse: un vero schifo. Quella dei giochi d’acqua abbandonati è una costante delle ville e dei parchi storici genovesi. Si salva la cascata di Villetta Dinegro, mi dicono sia stata da poco ripristinata quella di Villa Duchessa di Galliera, ma nelle altre ville, i giochi d’acqua sono ….senza acqua. Anche nei Parchi di Nervi vi sono delle passerelle sui dei piccoli rivi artificiali, tipici dei giardini giapponesi, ma da molti anni aridi come il deserto.

Eppure ci vorrebbe poco per sistemarli, non sarebbe nemmeno uno spreco d’acqua in quanto con una piccola pompa si potrebbe riciclare, ma manca la volontà politica.

Il sindaco Bucci è interessato solo a far aprire supermercati, a creare piste ciclabili in una città dove i ciclisti non ci sono o quasi, ma della manutenzione, pulizia e controllo delle ville e parchi storici non se ne occupa minimamente.

Genova ha bisogno di persone serie e capaci e non di personaggi che mal sopportano la democrazia e le prerogative degli eletti al comune o ai municipi, e che pensano che le decisioni debbano essere prese solo da loro stessi.

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Colonna infame

I “giardini” di via Montello in Genova

Genova, si sa, è una cittVia Montelloà nata sul mare e che si è, per forza di cose, espansa nei secoli sulle pendici dell’Appennino e lungo le valli dei torrenti.

Per questo motivo non 

ci sono a Genova parchi urbani estesi, ma solo quelli collegati alle ville patrizie costruite nel corso dei secoli.

Nell’800 e nel secolo scorso le riforme urbanistiche, a partire da quelle di Carlo Barabino, hanno modificato profondamente l’assetto viario della città, con la costruzione, intorno al 1850, dei due principali assi in salita, via Assarotti e via Caffaro, che portavano alla nuova Circonvallazione a Monte. Questi assi, così come i corsi che portavano a Castelletto e da lì oltre, avevano tutti in comune il fatto che i palazzi erano uno adiacente all’altro, con solo qualche distacco di servizio, ma non si pensò assolutamente a creare degli spazi verdi, relegando il tutto, quando possibile, ad alberature ai margini della strada.

Solo ove le curve delle strade lasciavano qualche spazio disponibile, lì erano, non sempre, creati dei piccoli giardini ad uso pubblico. Percorrendo la Circonvallazione a Monte tra Piazza Manin e Castelletto, ci sono almeno tre esempi: uno in Corso Magenta all’uscita di Via Santa Maria della Sanità, uno poco dopo nella zona nota come “Vaccheria”, ed uno in Piazza Villa.

Simili spazi non sfruttabili pienamente per costruire palazzi sono stati nel tempo lasciati come spazi verdi, sia con presenza di vegetazione spontanea, sia, nei periodi più favorevoli, con l’impianto di alberature, ad esempio lecci, pini domestici, platani.

Ne è un esempio il tratto terminale alto di Corso Monte Grappa, dove è presente un ampio spazio verde digradante verso Via Montello. La zona di Via Montello risale agli anni ’60 ed è posta sulla sommità della parte destra della bassa Val Bisagno. La strada è frutto di una urbanizzazione selvaggia, tipica di quegli anni, con palazzi molto vicini ed alti. Lo spazio verde di cui si parla sarebbe, quindi, molto importante per migliorare la vivibilità della zona, tanto è vero che negli anni ’60 del secolo scorso, furono create delle discese che scendevano, in mezzo al verde, da Corso Monte Grappa. Nelle curve dei sentieri erano stati creati dei sedili in pietra ed in un tratto anche delle panchine alla genovese, per un riposo sotto i grandi pini e cipressi.

Purtroppo negli ultimi anni, forse anche decenni, questa area verde, una vera e propria pinetina, è stata del tutto abbandonata ad uno stato che rappresenta pericoli per chi vi transiti. Le scalinate sono ricche di buche, le aiuole aride usate ormai solo come latrine dai cani, gli alberi necessitano di una manutenzione che vada al di là del taglio dei rami più pericolosi, ma che contempli il rifacimento delle aiuole, la collocazione di alberi al posto di quelli nel tempo crollati, e la vera destinazione dell’area a giardino pubblico.

Purtroppo temo sia un’utopia: l’attuale giunta comunale con il sindaco Bucci si disinteressa completamente alla manutenzione del verde pubblico –basti vedere lo stato di molti parchi di ville storiche-, preferendo investire soldi nella creazione di piste ciclabili non usate da nessuno, in quanto Genova non è mai stata e mai sarà, proprio per la sua struttura, una città per ciclisti, intesi come coloro che utilizzano il ciclo non per sport ma per spostarsi.

Un tempo, quando qualche personaggio pubblico si fosse macchiato di colpe nei confronti della Superba, per lo stesso era eretta una Colonna infame, a perpetua memoria e ludibrio. Famosa è quella di Porta dei Vacca ed in tempi più recenti quella affissa nei Giardini Baltimora, per ricordare lo scempio perpetrato con l’abbattimento del quartiere Madre di Dio per la costruzione degli orrendi palazzoni ospitanti, tra l’altro,la Regione Liguria.

Ecco una breve clip con le immagini dei “giardini” di Via Montello.

4:03
I "Giardini" di via Montello in Genova
19 Marzo 2021

 

Al sindaco Bucci, come simbolo di tutti i reggitori della cosa pubblica genovese susseguitisi nel tempo, faccio dono di una Colonna infame virtuale.:

Colonna infame
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