Nervi: i parchi rubati

Sono passati 45 giorni dal termine della mostra “Euroflora 2022″.

Nel sito del Comune di Genova, https://smart.comune.genova.it/comuni… è detto chiaramente che i parchi sarebbero stati inagibili ai genovesi ed ai turisti dal 7 marzo 2022 al 1 giugno 2022.

Niente di più falso. Al 18 giugno sono agibili solo il Roseto Viacava e l’area giochi di Villa Serra. Gli altri cancelli, prati, stradine sono inibite al pubblico utilizzo.

Infatti tutta la zona interessata dalla nefanda esposizione è chiusa da reticolati che impediscono ai cittadini, specie in questi giorni di calura, di ristorarsi all’ombra degli alberi secolari.

Il responsabile della mancata restituzione ai cittadini di un bene comune è solo una persona: il sindaco Bucci, purtroppo riconfermato nella carica. Responsabile in quanto sindaco, ma anche in quanto indefesso propugnatore dell’uso di beni pubblici per scopi più economici che culturali.

Non contento l termine della edizione 2022, che non ha raggiunto il numero di visitatori auspicato, e su cui aleggia il sospetto che molti biglietti siano stati acquistati dalle aziende partecipate dal Comune forse per tenere alto il numero rispetto i veri visitatori, egli (il sindaco) ha intenzione di organizzare la prossima Euroflora diffusa nei vari parchi e ville pubbliche di Genova, diffondendo così il degrado delle aree verdi e un ulteriore inibizione all’uso civico per i cittadini.

Tutto questo per una iniziativa che ha assunto ormai il solo aspetto di una fiera-mercato.

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Monte Moro

Monte Moro: bellezza e degrado

Il Monte Moro è un rilievo di circa 400 metri che si erge sulla parte di Levante della città di Genova, più precisamente tra i quartieri di Quinto al Mare e Nervi.

Si trova a poca distanza dal mare, per cui durante la II guerra mondiale furono costruiti diversi bunker per ospitare batterie anti-nave ed anti-aeree che ancora oggi sono visibili.

Il monte è raggiungibile da Apparizione percorrendo via Lanfranco Alberico fino al suo piazzale finale. Da questo, spostandosi verso il mare si gode un panorama della città e della Riviera di Levante. In giornate limpide sono visibili anche le località della Riviera di Ponente, fino alle Alpi liguri.

Guardando verso sud, sempre in giornate limpide, si può osservare la Corsica, mentre verso sud-est l’isola di Capraia.

Si tratta quindi di un punto panoramico molto interessante che sarebbe da valorizzare dal punto di vista turistico-naturalista, ma al momento… non c’è nulla. Non esiste un punto di ristoro (una volta c’era l’Hostaria del Monte Moro, ora vi sono solo i ruderi), non vi è nemmeno una fontanella di acqua, o un cestino dei rifiuti, tanto che, come si vede nel video, molti incivili abbandonano bottiglie, sacchetti, piatti di plastica ed altro.

Un tempo il Monte Moro, insieme al vicino Monte Fasce ed al Righi, avevano due aspetti diversi: di giorno luoghi per scampagnate familiari, di notte scopatoi per coppie più o meno regolari, magari con contorno di “osservatori”, ma che non lasciavano quasi mai rifiuti in giro, al massimo qualche “guanto di Parigi”.

A mio parere sarebbe molto utile sistemare un poco sia i due piazzali, sia le zone da dove si gode maggiormente la vista con semplici panchine, qualche tavolo da picnic, un paio di fontanelle sistemare anche la via che in alcuni punti presenta buche pericolose.

Non sarebbe male anche favorire un turismo storico con visite delle batterie, ovviamente dopo aver posto in sicurezza i manufatti e le stradine per raggiungerli.

Un avviso: ad un certo punto in via Alberico c’è un cartello che indica dei lavori in corso e vieta l’accesso a chi non sia autorizzato. Sono anni che è lì, qualche lavoro sembra che sia stato fatto, ma io ci sono passato alcune volte e non ho mai visto operai al lavoro. Quindi ignorate il cartello, come fanno tutti.

In ultimo spero che qualcuno (AMIU) abbia il buon senso di ripulire sollecitamente l’area ed impiantare qualche bidone, meglio se per la raccolta differenziata.

 

AGGIORNAMENTO

Sono tornato nel luogo il 10 giugno. Qualche volontario ha raccolto in sacchetti di plastica buona parte della spazzatura dispersa. I numerosi sacchi sono accumulati sul piazzale, ma nessuno -intendo AMIU- al momento ha ritenuto di doverli portare via. E già qualche sacco appare rotto e si presume che tra poco la spazzatura sarà nuovamente libera.

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Euroflora 2022

Il prossimo weekend nei Parchi di Nervi avrà luogo la seconda puntata di Euroflora dell’epoca Bucci. Come è noto dall’edizione 2018 il sindaco decisionista ha voluto spostare la floralie dalla Fiera del Mare, ove si svolgeva dal 1966, ai Parchi di Nervi.

Come è noto i Parchi di Nervi sono dei parchi storici legati alle ville che ancor ora sono presenti e utilizzate a scopi museali. Un bene comune, utilizzato sia dai residenti che da altri genovesi, per l’ampiezza dei prati, la presenza di numerosi specie vegetali catalogate, ampi vialetti ove passeggiare e, last but not least, sede del bellissimo Roseto Viacava.

L’edizione del 2018 sarà ricordata per l’intasamento di auto e autobus dei visitatori, visto che la zona di Nervi non dispone di molti parcheggi, ma soprattutto per i gravi danni apportati alla vegetazione. I prati sono stati calpestati, coperti da alcune strutture espositive spesso di pessimo gusto, tubazioni provvisorie, impianti elettrici.

Più di un anno di lavoro dei pochi giardinieri ci è voluto per riportare i Parchi al loro aspetto naturale. Si sperava che l’esperienza negativa avrebbe condotto l’ineffabile sindaco a riflettere sulla inopportunità di ospitare una fiera all’interno dei Parchi, ma spostarla in luoghi ove fossero meno dannosi gli allestimenti. Invece no, l’ineffabile, visto che le elezioni comunali sono alle porte, ha pensato bene di riproporre la cosa, sperando di arraffare qualche voto da chi ha interessi economici in zona, mentre di certo ne perderà da quelli che sono abbastanza incazzati per la chiusura di oltre due mesi dei Parchi per gli allestimenti e per come verranno lasciati, ovvero da coloro che ritengono che le Ville e i Parchi pubblici siano un bene comune da mantenere, curare e lasciare alla completa e gratuita fruizione dei cittadini.

Per molti anni Euroflora è stata una interessante e sobria iniziativa che si svolgeva alla Fiera del Mare, dove si potevano osservare in allestimenti scenograficispecie vegetali note ed altre sconosciute provenienti da altri paesi.

Personalmente spero che non vi sia una ulteriore Euroflora a Nervi, per lasciare tranquilli i Parchi che meritano di essere visti e vissuti per quello che sono, una testimonianza del passato di una grande città, esattamente il contrario di ciò che vuole Bucci, il peggior reggitore del comune a partire dal Doge Simone Boccanegra ad oggi,

In ricordo di due passate edizioni, 1976 e 1981, pubblico qui delle foto che scattai allora. Si tratta, come è logico, di foto analogiche, nello specifico diapositive, che ho convertito in digitale e, quindi, con una certa perdita di particolari e colori a volte un po’ alterati. Ma sono documenti che ritengo interessanti.

EUROFLORA 1976

EUROFLORA 1981

 

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I marciapiedi di Via Mameli in Genova

Qualche tempo fa ho percorso Via Goffredo Mameli per recarmi alla Villetta Dinegro. La via è una di quelle che nella mia vita avrò percorso migliaia di volte, avendo abitato per molti anni nei pressi. E’ una salita che porta da Piazza dei Cappuccini a Corso Megenta; nel primo tratto fino all’incrocio con Via Pastrengo (n.b. tutte le strade di quella zona hanno nomi che richiamano il Risorgimento), ed  ai due lati della strada vi sono dei palazzi signorili ottocenteschi, mentre nel tratto superiore il lato di levante è il terrapieno su cui insiste il Corso Magenta e, se ben ricordo, sede della diramazione dell’acquedotto storico, nella parte che poi terminava nel porto di Genova.

La via nel lato di ponente presenta alberi di alto fusto, se non erro Sophora Japonica, con ampie chiome che danno una piacevole ombra nei mesi più caldi. Purtroppo le radici di questi alberi, mai curati nel passato, hanno sollevato le selci del marciapiede in diversi punti. Questo comporta un pericolo evidente di inciampo tanto che costringe a camminare con gli occhi ben fissi a terra.

Sarebbe opportuna una manutenzione straordinaria, ma il Comune di Genova non pare interessato.

AGGIORNAMENTO

Un doveroso aggiornamento. Passando oggi 21 aprile in via Mameli ho visto operai e tecnici di ASTER al lavoro. La maggior parte dei vecchi alberi è già stata tagliata e le radici tolte dal sottosuolo. E’ in avanzato stato la messa a dimora con alberelli di Sophora Japonica che si spera possano ridare dignità alla strada, anche se ci vorranno diversi anni di crescita.

Anche le selci sollevate dalle radici sono state sistemate quasi tutte in modo apprezzabile ed al momento in cui scrivo, 21 aprile 2022, restano da sistemare solo le piante in prossimità dell’innesto con Corso Magenta.

 

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Degrado

Degrado o alluvione ? A Genova basta poco per finire a mollo….

Il 13 Novembre 2021 a Genova, in particolare nelle due principali valli, quella del Polcevera e quella del Bisagno è piovuto, pur non a livello di alluvione, per diverse ore. In alcune zone si sono avuti strade e crêuze ridotte a torrenti e conseguenti allagamenti sia delle strade e delle auto parcheggiate, sia di alcune abitazioni o autorimesse.

Naturalmente i prodi reggitori della città, partendo dal sindaco (“s” volutamente minuscola) Bucci e dei suoi assessori si è scaricata ogni responsabilità sulla imponderabilità dell’evento.

In realtà non si può dare la colpa a Giove Pluvio, in quanto da sempre a Genova a Novembre piove e, a volte anche più del normale. Ma, ripeto, la pioggia del 13 Novembre non è stata eccezionale.

Ed allora di chi è la colpa ?

Indubbiamente la prima colpa risale alla selvaggia urbanizzazione e cementificazione delle colline genovesi, perpetrata negli anni della ricostruzione postbellica, ed ancor più negli anni ’60 del secolo scorso.

Ma la seconda colpa, non meno grave, è da attribuirsi alla scarsa manutenzione dei rivi, delle crêuze, dei sistemi di scarico dell’acqua piovana. Proprio quest’ultima causa è forse la preminente.

Da sempre in autunno cadono le foglie ma a Genova nessuno le raccoglie. Ovvero, se cadono in strade dove possa effettuarsi lo spazzamento meccanico, è possibile che uno o due passaggi annui si verifichino, ma se le foglie cadono ed ostruiscono i tombini là dove lo spazzamento e la raccolta dovrebbe essere manuale, la cosa non avviene o avviene in modo insufficiente.

Ho voluto documentare in un breve video la situazione in uno dei tratti della Circonvallazione a Monte, quello di Corso Solferino adiacente a Villa Gruber. SI vede sul marciapiede e sulla cunetta di raccolta dell’acqua montagne di foglie, terriccio, financo pezzi di manifesti pubblicitari caduti dai loro pannelli.

E tutta la Circonvallazione, fortunatamente ancora alberata, è nelle medesime condizioni.

Ma i responsabili dell’amministrazione comunale non provano un senso di vergogna nel vedere tutto ciò ? Per fortuna tra non molti mesi ci saranno le elezioni e spero che i genovesi abbiano un sussulto di orgoglio e chiamino a governare la città persone oneste e competenti, non certo quelli attuali.

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Via Montello

Quando il degrado è vicino a casa….

Spesso il degrado urbano non bisogna andare a cercarlo in quanto è vicino a casa.

Nel mio caso vorrei porre l’attenzione su uno spazio verde della città di Genova forseVia Montello

 conosciuto solo a chi abita o lavora nelle vicinanze: il bosco tra la parte terminale a monte di Corso Monte Grappa e Via Montello.

Si tratta, come si vede nella carta, di una zona declive della parte ovest della piana del Torrente Bisagno, più o meno all’altezza dello Stadio Luigi Ferraris. In pratica è il vallo di passaggio tra la zona centrale di Genova, da via Assarotti, alla Circonvallazione a Monte da un lato e la discesa verso Staglieno.

 

Il Corso Monte Grappa  risale  ai primi 30 anni del XX secolo e nella parte sommitale è scarsamente urbanizzato: poche costruzioni, ad esempio l’ex Magistero, campi da bocce sotto le Mura Secentesche della città e, dal lato bisagnino il bosco di cui si parla.

Il bosco però non arriva fino alla piana, ma si ferma dopo poco in quanto la zona sottostante negli anni ’60 del ‘900 ha subito una urbanizzazione selvaggia, con costruzione di condomini di varie dimensioni, afferenti in vario modo alla coeva Via Montello.

Risulta, quindi, evidente l’interesse per l’esistenza del bosco declive, che negli anni ha resistito all’idea di altre costruzioni, svolgendo la funzione di polmone verde per gli abitanti della zona.

Come detto, il bosco è declive, tanto che verso monte vi è una ripida crêuza che termina con una altrettanto ripida scalinata, mentre verso mare vi è una stradina che con un paio di tornanti collega le due strade.

Il declivio non consente certo di avere spazi pianeggianti, ma negli anni ’60 il Comune ha avuto la buona idea di installare alcune panchine, che, eventualmente aumentate per numero laddove possibile, potrebbero creare un’oasi di fresco sotto gli alberi.

Il bosco presenta diverse essenze arboree, predominanti i cipressi, alcuni alti oltre  20 metri, pini domestici, qualche palma nana qua e là ed altre specie ancora. Il sottobosco è quasi ovunque privo di manto erboso e d’estate mostra un aspetto arido, mentre nei periodi di forte pioggia il terreno scivola verso la strada rendendola particolarmente scivolosa.

Purtroppo è pure evidente un degrado causato dall’uomo: in particolare spazzatura abbandonata o gettata dal Corso, l’utilizzo come latrina da parte di proprietari di cani, che lasciano i propri escrementi sul terreno, ma anche lungo i marciapiedi, come documentato in alcune foto. Questi incivili comportamenti sono frequenti in quanto si sa che non vi è alcun controllo da parte delle autorità preposte.

 

Tempo fa chiesi al competente ufficio del comune di Genova se fosse in programma una riqualificazione o, quanto meno, una manutenzione straordinaria, ma mi venne risposto che gli unici interventi erano quelli del taglio di alberi quando fossero pericolosi. Per il resto nulla.

E’ abbastanza noto il disinteresse della Giunta comunale del sindaco (s minuscola voluta) Bucci alla cura del verde pubblico, preferendo dedicarsi ad attività più redditizie, anche in termine di immagine, come la ricostruzione del ponte sul Polcevera, le piste ciclabili (che nessuno utilizza) e l’apertura di altri supermercati.

Nell’allegato slideshow si può osservare la maestosa bellezza degli alberi del bosco, in contrapposizione al degrado causato dall’uomo.

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Villa Piaggio

Villa Piaggio in Corso Firenze: il degrado aumenta

Dopo circa un anno e mezzo sono tornato a Villa Piaggio in Corso Firenze, nel quartiere di Circonvallazione a Monte di Genova.

Speravo che il degrado visto nel febbraio 2020 e documentato con un video video (http://www.youtube.com/watch?v=Fs9f9F…) ed ancor prima nel 2018 (http://www.youtube.com/watch?v=psifhq…) fosse diminuito per interventi di pulizia e manutenzione.

Invece no. Anzi è peggiorato.

I viali e, soprattutto quelle che dovrebbero essere aiuole, sono ricoperti da strati di foglie, sicuremente tutte quelle dell’ultimo autunno, mai levate. Molte piante sono sofferenti, in particolare alcune palme, e si avverte uno stato di totale abbandono.

Tra l’altro si può notare che all’interno del parco vi sono degli ingressi, con relativo numero civico, che portano ad abitazioni private. Sarebbe interessante sapere dal comune il motivo di questa commistione e se ciò sia lecita. In conclusione non si può che rimarcare il totale disinteresse da parte di questa Amministrazione comunale, in particolare del sindaco (S minuscola voluta) Bucci alla valorizzazione e alla completa fruibilità delle ville e dei parchi storici comunali.

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Laghetti

Il laghetto di Villa Serra: dove è finita l’acqua ?

A Villa Serra, come noto parte del sistema dei Parchi di Nervi, c’è un laghetto scenografico. Come si può vedere anche in altri giardini di ville storiche genovesi, secondo il gusto ottocentesco, si tratta di una installazione fatta di camminamenti, ponticelli con balaustre in cemento finto legno, cascatelle, laghetti.

Il tutto in una zona con alberi di alto fusto, come lecci, palme, platani. Intorno panchine dove si può riposare al fresco.

Però condizione necessaria per definirli “laghetti” è quella della presenza dell’acqua. Invece l’acqua, almeno da lungo tempo, non c’è. L’insieme così risulta degradato e triste. Anzi in una parte è presente una pozza di un colore che ricorda uno scarico fognario.

Eppure basterebbe poco per ridare ai laghetti il loro aspetto originale, magari con un sistema di riciclo dell’acqua per non sprecarla, evitando nel contempo, come avveniva molti anni fa, la stagnazione.

I Parchi di Nervi meritano una maggior attenzione anche nei dettagli e non essere utilizzati per scopi lucrativi che nulla hanno a che vedere con la storicità dei luoghi.

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