Degrado

Degrado o alluvione ? A Genova basta poco per finire a mollo….

Il 13 Novembre 2021 a Genova, in particolare nelle due principali valli, quella del Polcevera e quella del Bisagno è piovuto, pur non a livello di alluvione, per diverse ore. In alcune zone si sono avuti strade e crêuze ridotte a torrenti e conseguenti allagamenti sia delle strade e delle auto parcheggiate, sia di alcune abitazioni o autorimesse.

Naturalmente i prodi reggitori della città, partendo dal sindaco (“s” volutamente minuscola) Bucci e dei suoi assessori si è scaricata ogni responsabilità sulla imponderabilità dell’evento.

In realtà non si può dare la colpa a Giove Pluvio, in quanto da sempre a Genova a Novembre piove e, a volte anche più del normale. Ma, ripeto, la pioggia del 13 Novembre non è stata eccezionale.

Ed allora di chi è la colpa ?

Indubbiamente la prima colpa risale alla selvaggia urbanizzazione e cementificazione delle colline genovesi, perpetrata negli anni della ricostruzione postbellica, ed ancor più negli anni ’60 del secolo scorso.

Ma la seconda colpa, non meno grave, è da attribuirsi alla scarsa manutenzione dei rivi, delle crêuze, dei sistemi di scarico dell’acqua piovana. Proprio quest’ultima causa è forse la preminente.

Da sempre in autunno cadono le foglie ma a Genova nessuno le raccoglie. Ovvero, se cadono in strade dove possa effettuarsi lo spazzamento meccanico, è possibile che uno o due passaggi annui si verifichino, ma se le foglie cadono ed ostruiscono i tombini là dove lo spazzamento e la raccolta dovrebbe essere manuale, la cosa non avviene o avviene in modo insufficiente.

Ho voluto documentare in un breve video la situazione in uno dei tratti della Circonvallazione a Monte, quello di Corso Solferino adiacente a Villa Gruber. SI vede sul marciapiede e sulla cunetta di raccolta dell’acqua montagne di foglie, terriccio, financo pezzi di manifesti pubblicitari caduti dai loro pannelli.

E tutta la Circonvallazione, fortunatamente ancora alberata, è nelle medesime condizioni.

Ma i responsabili dell’amministrazione comunale non provano un senso di vergogna nel vedere tutto ciò ? Per fortuna tra non molti mesi ci saranno le elezioni e spero che i genovesi abbiano un sussulto di orgoglio e chiamino a governare la città persone oneste e competenti, non certo quelli attuali.

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Fabrizio De Andrè

Le cinque più belle canzoni di Fabrizio De Andrè (secondo me…)

Oggi è una tipica giornata autunnale: cielo grigio, pioggia. Visto che di uscire non ne viene voglia, ho ascoltato un po’ di canzoni di Fabrizio De Andrè e mi sono chiesto: “Quali sono le cinque più belle, ovviamente secondo me ?”. Ci ho messo un po’ a decidere,visto che sono moltissime quelle che mi piacciono, ma alla fine…eccole.

La canzone dell’amore perduto (1964)

 

Crêuza de mä  (1984)

 

Amore che vieni,amore che vai (1966)

 

 

La Domenica delle Salme (1990)

 

La canzone di Marinella (1964)

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Eugenio Montale

Eugenio Montale: 125 anni dalla nascita

Il 12 ottobre 1896 nasceva a Genova, in Corso Dogali, Eugenio Montale, uno dei più grandi poeti del ‘900 italiano. Vorrei ricordarlo con una delle sue più famose poesie tratta dalla raccolta “Ossi di seppia” del 1925.

 

Spesso il male di vivere ho incontrato
era il rivo strozzato che gorgoglia
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

 

Vorrei anche consigliare la lettura del testo “Eugenio Montale, Poesie” curato dal mio insegnante di Lettere del liceo, Angelo Marchese:

Eugenio Montale

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Sandro Pertini

Sandro Pertini: 125° dalla nascita

Il 25 settembre 1896 nasceva a Stella San Giovanni Sandro Pertini, una delle più luminose figure del ‘900: combattente nella I guerra mondiale, antifascista, autorevole membro della Resistenza, Presidente della Camera dei Deputati e Presidente della Repubblica.

Un uomo che definire un gigante è riduttivo, soprattutto se paragonato ai politici attuali.

Rimane viva in me la campagna per le elezioni politiche del 1972 e l’onore di averlo potuto conoscere.

Sicuramente attuale questa sua frase:

“Il fascismo per me non può essere considerato una fede politica. Sembra assurdo quello che dico, ma è così: il fascismo a mio avviso è l’antitesi delle fedi politiche, il fascismo è in contrasto con le vere fedi politiche. Non si può parlare di fede politica parlando del fascismo, perché il fascismo opprimeva tutti coloro che non la pensavano come lui.”

Quindi con i fascisti, e con chi ne condivida in parte o in tutto l’ideologia, non deve esistere alcun dialogo; essi non possono essere minimamente considerati parte di uno stato democratico, ma solo nemici da combattere senza esclusione di colpi per eliminarli definitivamente dalla faccia della Terra.

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Via Montello

Quando il degrado è vicino a casa….

Spesso il degrado urbano non bisogna andare a cercarlo in quanto è vicino a casa.

Nel mio caso vorrei porre l’attenzione su uno spazio verde della città di Genova forseVia Montello

 conosciuto solo a chi abita o lavora nelle vicinanze: il bosco tra la parte terminale a monte di Corso Monte Grappa e Via Montello.

Si tratta, come si vede nella carta, di una zona declive della parte ovest della piana del Torrente Bisagno, più o meno all’altezza dello Stadio Luigi Ferraris. In pratica è il vallo di passaggio tra la zona centrale di Genova, da via Assarotti, alla Circonvallazione a Monte da un lato e la discesa verso Staglieno.

 

Il Corso Monte Grappa  risale  ai primi 30 anni del XX secolo e nella parte sommitale è scarsamente urbanizzato: poche costruzioni, ad esempio l’ex Magistero, campi da bocce sotto le Mura Secentesche della città e, dal lato bisagnino il bosco di cui si parla.

Il bosco però non arriva fino alla piana, ma si ferma dopo poco in quanto la zona sottostante negli anni ’60 del ‘900 ha subito una urbanizzazione selvaggia, con costruzione di condomini di varie dimensioni, afferenti in vario modo alla coeva Via Montello.

Risulta, quindi, evidente l’interesse per l’esistenza del bosco declive, che negli anni ha resistito all’idea di altre costruzioni, svolgendo la funzione di polmone verde per gli abitanti della zona.

Come detto, il bosco è declive, tanto che verso monte vi è una ripida crêuza che termina con una altrettanto ripida scalinata, mentre verso mare vi è una stradina che con un paio di tornanti collega le due strade.

Il declivio non consente certo di avere spazi pianeggianti, ma negli anni ’60 il Comune ha avuto la buona idea di installare alcune panchine, che, eventualmente aumentate per numero laddove possibile, potrebbero creare un’oasi di fresco sotto gli alberi.

Il bosco presenta diverse essenze arboree, predominanti i cipressi, alcuni alti oltre  20 metri, pini domestici, qualche palma nana qua e là ed altre specie ancora. Il sottobosco è quasi ovunque privo di manto erboso e d’estate mostra un aspetto arido, mentre nei periodi di forte pioggia il terreno scivola verso la strada rendendola particolarmente scivolosa.

Purtroppo è pure evidente un degrado causato dall’uomo: in particolare spazzatura abbandonata o gettata dal Corso, l’utilizzo come latrina da parte di proprietari di cani, che lasciano i propri escrementi sul terreno, ma anche lungo i marciapiedi, come documentato in alcune foto. Questi incivili comportamenti sono frequenti in quanto si sa che non vi è alcun controllo da parte delle autorità preposte.

 

Tempo fa chiesi al competente ufficio del comune di Genova se fosse in programma una riqualificazione o, quanto meno, una manutenzione straordinaria, ma mi venne risposto che gli unici interventi erano quelli del taglio di alberi quando fossero pericolosi. Per il resto nulla.

E’ abbastanza noto il disinteresse della Giunta comunale del sindaco (s minuscola voluta) Bucci alla cura del verde pubblico, preferendo dedicarsi ad attività più redditizie, anche in termine di immagine, come la ricostruzione del ponte sul Polcevera, le piste ciclabili (che nessuno utilizza) e l’apertura di altri supermercati.

Nell’allegato slideshow si può osservare la maestosa bellezza degli alberi del bosco, in contrapposizione al degrado causato dall’uomo.

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Villa Piaggio

Villa Piaggio in Corso Firenze: il degrado aumenta

Dopo circa un anno e mezzo sono tornato a Villa Piaggio in Corso Firenze, nel quartiere di Circonvallazione a Monte di Genova.

Speravo che il degrado visto nel febbraio 2020 e documentato con un video video (http://www.youtube.com/watch?v=Fs9f9F…) ed ancor prima nel 2018 (http://www.youtube.com/watch?v=psifhq…) fosse diminuito per interventi di pulizia e manutenzione.

Invece no. Anzi è peggiorato.

I viali e, soprattutto quelle che dovrebbero essere aiuole, sono ricoperti da strati di foglie, sicuremente tutte quelle dell’ultimo autunno, mai levate. Molte piante sono sofferenti, in particolare alcune palme, e si avverte uno stato di totale abbandono.

Tra l’altro si può notare che all’interno del parco vi sono degli ingressi, con relativo numero civico, che portano ad abitazioni private. Sarebbe interessante sapere dal comune il motivo di questa commistione e se ciò sia lecita. In conclusione non si può che rimarcare il totale disinteresse da parte di questa Amministrazione comunale, in particolare del sindaco (S minuscola voluta) Bucci alla valorizzazione e alla completa fruibilità delle ville e dei parchi storici comunali.

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Laghetti

Il laghetto di Villa Serra: dove è finita l’acqua ?

A Villa Serra, come noto parte del sistema dei Parchi di Nervi, c’è un laghetto scenografico. Come si può vedere anche in altri giardini di ville storiche genovesi, secondo il gusto ottocentesco, si tratta di una installazione fatta di camminamenti, ponticelli con balaustre in cemento finto legno, cascatelle, laghetti.

Il tutto in una zona con alberi di alto fusto, come lecci, palme, platani. Intorno panchine dove si può riposare al fresco.

Però condizione necessaria per definirli “laghetti” è quella della presenza dell’acqua. Invece l’acqua, almeno da lungo tempo, non c’è. L’insieme così risulta degradato e triste. Anzi in una parte è presente una pozza di un colore che ricorda uno scarico fognario.

Eppure basterebbe poco per ridare ai laghetti il loro aspetto originale, magari con un sistema di riciclo dell’acqua per non sprecarla, evitando nel contempo, come avveniva molti anni fa, la stagnazione.

I Parchi di Nervi meritano una maggior attenzione anche nei dettagli e non essere utilizzati per scopi lucrativi che nulla hanno a che vedere con la storicità dei luoghi.

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Villa Grimaldi Fassio

Villa Grimaldi Fassio a Nervi:dopo il Festival il prato non c’è più !!!

Nei mesi di giugno,luglio ed agosto 2021 si è tenuto nel parco storico della Villa Grimaldi Fassio di Genova Nervi il “Nervi Music Ballet Festival 2021“.

Una iniziativa sicuramente interessante e con la partecipazione di artisti di fama che si è tenuta nel posto sbagliato.

Infatti ha visto il prato antistante la Villa occupato da un ampio palcoscenico, dalla platea e dai servizi necessari, con evidente sofferenza dei prati che, praticamente, hanno perso completamente il manto erboso.

Ancora una volta un parco storico della città viene utilizzato per iniziative che nulla hanno a che vedere con la storicità dello stesso e che producono danni ingenti ai prati e, in genere, alla vegetazione.

Oltre a questo giova ricordare che per più di un mese buona parte del parco è stato inibito alla fruizione da parte dei cittadini in quanto non era possibile accedere alla Villa.

Ricordo, ancora, che dopo lo scempio perpetrato da Euroflora ai Parchi di Nervi, solo da pochi mesi il prato principale di Villa Grimaldi Fassio aveva ritrovato il suo aspetto verdeggiante, con l’attecchimento dell’erba, distrutta, come detto, dall’installazione dei vari stand espositivi e dal continuo calpestio dei visitatori.

Ora sarebbe utile sapere cosa accadrà al prato e alle aiuole, sperando che il rifacimento sia effettuato velocemente e a carico degli organizzatori del Festival, non certo da parte della comunità.

E si spera anche che le prossime amministrazioni abbiano, a differenza dell’attuale, un particolare riguardo per le memorie storiche della città, siano esse i Parchi storici, le Ville, i Giardini, Le Mura della città, le Chiese, ricordando che questi sono un patrimonio di tutti i Genovesi.

In conclusione, ricordando come facevano nei secoli passati i nostri avi, dedico ai responsabili del degrado urbano, partendo dall’attuale sindaco Bucci, una colonna infame, a perenne memoria del loro nefasto operato.

 

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