Via Montello

Quando il degrado è vicino a casa….

Spesso il degrado urbano non bisogna andare a cercarlo in quanto è vicino a casa.

Nel mio caso vorrei porre l’attenzione su uno spazio verde della città di Genova forseVia Montello

 conosciuto solo a chi abita o lavora nelle vicinanze: il bosco tra la parte terminale a monte di Corso Monte Grappa e Via Montello.

Si tratta, come si vede nella carta, di una zona declive della parte ovest della piana del Torrente Bisagno, più o meno all’altezza dello Stadio Luigi Ferraris. In pratica è il vallo di passaggio tra la zona centrale di Genova, da via Assarotti, alla Circonvallazione a Monte da un lato e la discesa verso Staglieno.

 

Il Corso Monte Grappa  risale  ai primi 30 anni del XX secolo e nella parte sommitale è scarsamente urbanizzato: poche costruzioni, ad esempio l’ex Magistero, campi da bocce sotto le Mura Secentesche della città e, dal lato bisagnino il bosco di cui si parla.

Il bosco però non arriva fino alla piana, ma si ferma dopo poco in quanto la zona sottostante negli anni ’60 del ‘900 ha subito una urbanizzazione selvaggia, con costruzione di condomini di varie dimensioni, afferenti in vario modo alla coeva Via Montello.

Risulta, quindi, evidente l’interesse per l’esistenza del bosco declive, che negli anni ha resistito all’idea di altre costruzioni, svolgendo la funzione di polmone verde per gli abitanti della zona.

Come detto, il bosco è declive, tanto che verso monte vi è una ripida crêuza che termina con una altrettanto ripida scalinata, mentre verso mare vi è una stradina che con un paio di tornanti collega le due strade.

Il declivio non consente certo di avere spazi pianeggianti, ma negli anni ’60 il Comune ha avuto la buona idea di installare alcune panchine, che, eventualmente aumentate per numero laddove possibile, potrebbero creare un’oasi di fresco sotto gli alberi.

Il bosco presenta diverse essenze arboree, predominanti i cipressi, alcuni alti oltre  20 metri, pini domestici, qualche palma nana qua e là ed altre specie ancora. Il sottobosco è quasi ovunque privo di manto erboso e d’estate mostra un aspetto arido, mentre nei periodi di forte pioggia il terreno scivola verso la strada rendendola particolarmente scivolosa.

Purtroppo è pure evidente un degrado causato dall’uomo: in particolare spazzatura abbandonata o gettata dal Corso, l’utilizzo come latrina da parte di proprietari di cani, che lasciano i propri escrementi sul terreno, ma anche lungo i marciapiedi, come documentato in alcune foto. Questi incivili comportamenti sono frequenti in quanto si sa che non vi è alcun controllo da parte delle autorità preposte.

 

Tempo fa chiesi al competente ufficio del comune di Genova se fosse in programma una riqualificazione o, quanto meno, una manutenzione straordinaria, ma mi venne risposto che gli unici interventi erano quelli del taglio di alberi quando fossero pericolosi. Per il resto nulla.

E’ abbastanza noto il disinteresse della Giunta comunale del sindaco (s minuscola voluta) Bucci alla cura del verde pubblico, preferendo dedicarsi ad attività più redditizie, anche in termine di immagine, come la ricostruzione del ponte sul Polcevera, le piste ciclabili (che nessuno utilizza) e l’apertura di altri supermercati.

Nell’allegato slideshow si può osservare la maestosa bellezza degli alberi del bosco, in contrapposizione al degrado causato dall’uomo.

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Colonna infame

I “giardini” di via Montello in Genova

Genova, si sa, è una cittVia Montelloà nata sul mare e che si è, per forza di cose, espansa nei secoli sulle pendici dell’Appennino e lungo le valli dei torrenti.

Per questo motivo non 

ci sono a Genova parchi urbani estesi, ma solo quelli collegati alle ville patrizie costruite nel corso dei secoli.

Nell’800 e nel secolo scorso le riforme urbanistiche, a partire da quelle di Carlo Barabino, hanno modificato profondamente l’assetto viario della città, con la costruzione, intorno al 1850, dei due principali assi in salita, via Assarotti e via Caffaro, che portavano alla nuova Circonvallazione a Monte. Questi assi, così come i corsi che portavano a Castelletto e da lì oltre, avevano tutti in comune il fatto che i palazzi erano uno adiacente all’altro, con solo qualche distacco di servizio, ma non si pensò assolutamente a creare degli spazi verdi, relegando il tutto, quando possibile, ad alberature ai margini della strada.

Solo ove le curve delle strade lasciavano qualche spazio disponibile, lì erano, non sempre, creati dei piccoli giardini ad uso pubblico. Percorrendo la Circonvallazione a Monte tra Piazza Manin e Castelletto, ci sono almeno tre esempi: uno in Corso Magenta all’uscita di Via Santa Maria della Sanità, uno poco dopo nella zona nota come “Vaccheria”, ed uno in Piazza Villa.

Simili spazi non sfruttabili pienamente per costruire palazzi sono stati nel tempo lasciati come spazi verdi, sia con presenza di vegetazione spontanea, sia, nei periodi più favorevoli, con l’impianto di alberature, ad esempio lecci, pini domestici, platani.

Ne è un esempio il tratto terminale alto di Corso Monte Grappa, dove è presente un ampio spazio verde digradante verso Via Montello. La zona di Via Montello risale agli anni ’60 ed è posta sulla sommità della parte destra della bassa Val Bisagno. La strada è frutto di una urbanizzazione selvaggia, tipica di quegli anni, con palazzi molto vicini ed alti. Lo spazio verde di cui si parla sarebbe, quindi, molto importante per migliorare la vivibilità della zona, tanto è vero che negli anni ’60 del secolo scorso, furono create delle discese che scendevano, in mezzo al verde, da Corso Monte Grappa. Nelle curve dei sentieri erano stati creati dei sedili in pietra ed in un tratto anche delle panchine alla genovese, per un riposo sotto i grandi pini e cipressi.

Purtroppo negli ultimi anni, forse anche decenni, questa area verde, una vera e propria pinetina, è stata del tutto abbandonata ad uno stato che rappresenta pericoli per chi vi transiti. Le scalinate sono ricche di buche, le aiuole aride usate ormai solo come latrine dai cani, gli alberi necessitano di una manutenzione che vada al di là del taglio dei rami più pericolosi, ma che contempli il rifacimento delle aiuole, la collocazione di alberi al posto di quelli nel tempo crollati, e la vera destinazione dell’area a giardino pubblico.

Purtroppo temo sia un’utopia: l’attuale giunta comunale con il sindaco Bucci si disinteressa completamente alla manutenzione del verde pubblico –basti vedere lo stato di molti parchi di ville storiche-, preferendo investire soldi nella creazione di piste ciclabili non usate da nessuno, in quanto Genova non è mai stata e mai sarà, proprio per la sua struttura, una città per ciclisti, intesi come coloro che utilizzano il ciclo non per sport ma per spostarsi.

Un tempo, quando qualche personaggio pubblico si fosse macchiato di colpe nei confronti della Superba, per lo stesso era eretta una Colonna infame, a perpetua memoria e ludibrio. Famosa è quella di Porta dei Vacca ed in tempi più recenti quella affissa nei Giardini Baltimora, per ricordare lo scempio perpetrato con l’abbattimento del quartiere Madre di Dio per la costruzione degli orrendi palazzoni ospitanti, tra l’altro,la Regione Liguria.

Ecco una breve clip con le immagini dei “giardini” di Via Montello.

4:03
I "Giardini" di via Montello in Genova
19 Marzo 2021

 

Al sindaco Bucci, come simbolo di tutti i reggitori della cosa pubblica genovese susseguitisi nel tempo, faccio dono di una Colonna infame virtuale.:

Colonna infame
Colonna infame
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