La Pedemontana o Corso Europa
Nel 1945 l’ufficio urbanistico del Comune di Genova predispose un progetto di massima per una strada detta “pedemontana” che consentisse di facilitare i collegamenti con il levante della città in alternativa alla strada costiera, la via Aurelia. Questo in considerazione della previsione di un incremento del traffico privato e di quello merci.
Tale strada doveva passare accanto all’Ospedale di San Martino, facilitando quindi l’accesso allo stesso, e attraversare i quartieri di Sturla, Quarto, Quinto e terminare in vicinanza dell’ingresso alla delegazione di Nervi.
Nel 1949, a lavori in parte già iniziati, il Consiglio superiore dei LLPP autorizzò l’opera che, a seguito di revisioni successive, avrebbe dovuto avere una sezione stradale di 28.50 m.
La nuova strada avrebbe dovuto inserirsi nel preesistente Corso Gastaldi (Corso Giulio Cesare in epoca fascista) e proseguire in via Tolemaide.
Agli urbanisti apparve subito evidente la strozzatura che si avrebbe avuta nella piazza Verdi, ove i flussi del traffico non avrebbero potuto agevolmente proseguire verso ponente.
Furono fatte diverse ipotesi, tutte riportate a pag. 176 della relazione sul PRG 1959:
- Prosecuzione per via San Vincenzo, opportunamente allargata, sottopasso fino a via XXV aprile e prosecuzione per via della Maddalena, allargata a scapito di molti palazzi e confluenza con via Gramsci.
- Prosecuzione per via San Vincenzo, opportunamente allargata, galleria sotto l’Acquasola fino a piazza Corvetto.
- Prosecuzione per via San Vincenzo, opportunamente allargata, galleria sotto l’Acquasola fino a piazza Portello ed uscita nella parte retrostante Palazzo Pallavicini.
- Prosecuzione per via San Vincenzo, quindi in diagonale attraverso Villa Serra e sbocco in via SS.Giacomo e Filippo opportunamente allargata con scavo dei terrapieni dell’Acquasola.
- Prosecuzione per via De Amicis e per via Serra, opportunamente allargata sul parco omonimo e sbocco in via SS. Giacomo e Filippo allargata come in precedenza.
Le ipotesi furono discusse ampiamente e fu scelta la quarta, lasciando però la possibilità di effettuare il percorso in galleria di 1287 metri, che partendo da Via De Amicis arrivasse fino a Largo della Zecca passando sotto piazza Corvetto, piazza Portello, via Caffaro. La soluzione prevedeva la demolizione di alcuni palazzi, quali il Palazzo Petrone e la sede dell’ Istituto tecnico Vittorio Emanuele.
Per fortuna nessuna delle soluzioni previste fu in realtà applicata.
La Pedemontana vide l’inizio dei lavori nel corso del 1950 ma vennero quasi subito sospesi a causa di diverse controversie e speculazioni edilizie sui terreni e sui manufatti che interessavano il tracciato. I lavori furono ripresi nel 1956 e il primo lotto fu concluso tre anni dopo. Tale lotto vide il taglio della collina di San Martino con costruzione di una strada di sovrappasso, via Lagustena, per consentire di raggiungere il quartiere di Borgoratti.
Il secondo lotto, che comprese il viadotto sul torrente Sturla, fu completato nel 1961 mentre il terzo, fino a Quinto, nei due anni successivi. Il quarto lotto che raggiunge Nervi fu completato, non senza diversi problemi legati all’esproprio e alla demolizione di alcuni palazzi, nel 1964.
Nel 1966 la Pedemontana, intitolata Corso Europa, fu connessa, attraverso uno svincolo particolarmente ardito, alla nuova autostrada A12.
La Pedemontana può considerarsi la prima strada a scorrimento veloce su due carreggiate divise della città di Genova e fu la prima ad adottare una numerazione unica per i numeri civici e quelli commerciali, utilizzando numeri neri, a differenza di tutte le strade di Genova che fino ad allora avevano adottato la numerazione nera per le civili abitazioni e quella rossa per gli esercizi commerciali e i laboratori.