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Il nuovo sito del MIUR: accessibilità, questa sconosciuta

Da qualche tempo è attivo il nuovo portale del Ministero della Pubblica istruzione e della Ricerca. La buona notizia è che, finalmente, è stata rispettata la normativa che prevede che tutte le pubbliche amministrazioni statali utilizzino il dominio di secondo livello gov.it. E le buone notizie finiscono qui.

Certo il nuovo portale appare graficamente migliore rispetto al precedente, si avvicina molto a dei modelli in questi tempi molto utilizzati nei CMS quali WordPress, Joomla, Drupal ma… non è accessibile.

Come noto la legge n.4 del 9 gennaio 2004, nota come “Legge Stanca” recita nel titolo “”Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici” e prevede che tutte le pubbliche amministrazioni si adeguino, adottando nei propri siti Web tutti gli strumenti necessari alla fruizione da parte di utenti con diverse disabilità. Questi strumenti prevedono, ad esempio, la possibilità di ingrandire i caratteri, di visualizzare le pagine in alto contrasto, di avere degli attributi ai contenuti multimediali (es. immagini) che possano essere letti dagli screen reader utilizzati da persone ipo o non vedenti.

Tutto questo nel portale del MIUR è ignorato. Basta fare una verifica di accessibilità, ad esempio nei siti http://achecker.ca oppure http://validatore.it e si può osservare le centinaia di errori che emergono.

Vediamo, ad esempio, il risultato della validazione WCAG 2.0 AAA, la più severa. Ben 787 errori nella homepage.

E la maggior parte degli errori sono riferiti ad assenza dei tag <ALT> delle immagini, a errato uso di colori del testo ed altro ancora.

Anche la validazione secondo quanto previsto dalla Legge Stanca presenta un bel po’ di errori: solo 108, comunque molti, tenendo conto che questa validazione è molto più permissiva.

Per essere certi ho anche fatto la validazione dal sito validatore.it secondo i parametri WCAG 2.0 AAA:

E qui gli errori arrivano addirittura a 832, per altro tutti nelle categorie più importanti. Parimenti la validazione secondo la Legge Stanca non perdona: addirittura è riportato lo stesso numero di errori della validazione precedente, anche se credo che, in questo caso, il validatore abbia dato un po’ i numeri.

Anche la validazione del codice offerta da w3.org indica numerose sofferenze, in particolare, come già dimostrato, per l’assenza dei tag <ALT>:

Certo, se si trattasse di un vecchio sito si potrebbe pensare che non fosse stato costruito secondo le norme, ma è un nuovo sito, si pensa debba durare degli anni, indubbiamente qualcuno è stato pagato per farlo.

E come si giustificano al MIUR? Semplice: nella dichiarazione di accessibilità dicono che non è stata rispettata in quanto: “Le segnalazioni che ha rilevato il Markup Validation Service (http://validator.w3.org/ ) sono tutte da attribuire alla piattaforma Liferay, e non riguardano personalizzazioni o contenuti. Il sistema Liferay renderizza i vari collegamenti utilizzando il carattere ‘&’ (tale carattere andrebbe sostituito con l’entità carattere ‘&’). Tutte le ulteriori verifiche di accessibilità sono state quindi fatte e valutate a prescindere da questa gestione dei collegamenti da parte di Liferay. Non appena Liferay rilascerà la nuova versione della piattaforma che risolve queste segnalazioni, questa verrà installata e configurata.” .

Già, ma questo c’entra poco con gli errori segnalati dai validatori, che sarebbero facilmente eliminabili aggiungendo almeno i tag <ALT> ove necessario, e modificando i colori dei testi ove non siano sufficientemente contrastati.

E poi, domando, se si sapeva che la piattaforma Liferay non era aggiornata perchè adottarla ? Ci sono un sacco di framework disponibili se si vuole rendere graficamente più gradevole un sito, utilizzando un CMS, e in tal caso non sarebbe complicato renderlo accessibile lavorando un po’ sul codice.

Infine, nella dichiarazione di accessibilità del MIUR è presente 4 volte il requisito 1 (alternative testuali) e una volta dichiarato non rispettato, e tre volte dichiarato rispettato. Bella contraddizione!!!!!!

Senza citare il fatto che, come si può vedere nel sito “Linee guida di design per i servizi web della PA” i requisiti da rispettare sono 12.

 

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