I miscugli ed i composti
Materiali occorrenti:
Zolfo in polvere - Ferro limatura - Acido cloridrico sol. 1:3 - Solfuro di
carbonio - Calamita - Mortaio - Vetreria.
Richiami teorici:
Per miscuglio si intende un insieme di sostanze che mantengono
inalterate le loro caratteristiche originarie e che sono separabili con mezzi
fisici semplici.
Per composto si intende una sostanza con caratteristiche proprie che
differiscono da quelle delle sostanze che lo hanno originato. Le sostanze
originarie, elementi, sono sempre in rapporto costante. E' possibile ricavare
gli elementi da un composto solo utilizzando dei sistemi chimico-fisici
complessi ( es. elettrolisi ).
Esecuzione dell'esperienza:
Parte prima: analisi dei comportamenti chimico-fisici dei
reagenti:
Si dispone su un vetro da orologio una piccola quantità di limatura di ferro. Su un secondo vetro da orologio se ne dispone una di polvere di zolfo.
Avvicinando una calamita alle due sostanze si osserva che il ferro risente del campo magnetico essendo attratto dalla calamita. Diversamente lo zolfo non è attratto e, quindi, non risente della vicinanza di un campo
magnetico.
Si recupera il ferro che aderisce alla calamita ponendolo in una
provetta. In una seconda provetta si mette una piccola spatolata di polvere di zolfo. Si aggiungono ad entrambe 2 mL circa di acido cloridrico sol.
1:3.
Si osserva che il ferro si consuma rapidamente con formazione di una
soluzione di colore grigiastro, e sviluppo imponente di gas, secondo la
reazione:
Fe + 2HCl -----> FeCl2 + H2 ↑
Nella seconda provetta si nota, invece, che lo zolfo non si è sciolto e che una parte galleggia alla superficie: non è avvenuta,
infatti, alcuna reazione.
In altre due provette si pongono un paio di mL di solfuro di carbonio;
si pone una punta di spatola di polvere di ferro in una delle due provette e nella seconda una simile quantità di zolfo ; si osserva che il ferro non dà alcuna reazione con il solfuro di
carbonio, mentre lo zolfo rapidamente si solubilizza, dando una
soluzione debolmente gialla.
Parte seconda : formazione del miscuglio ed analisi del suo
comportamento:
Si pesano 5.6 g. di limatura di ferro e 3.2 g. di polvere di zolfo;
si pongono i due elementi in un piccolo mortaio o in un crogiolo mescolando e
pestando la massa, fino ad ottenere una polvere uniforme di colore grigio
chiaro; si suddivide il tutto in tre parti.
Si prende la prima ponendola su un vetro da orologio avvicinando ad essa una
calamita. Si osserva la separazione della polvere di ferro che aderisce
alla calamita risentendo del campo magnetico; nel vetro resta solo la polvere di zolfo.
Si prende la seconda parte di polvere e la si pone in una provetta
aggiungendo 2 mL circa di acido cloridrico sol. 1:3. Si nota che il ferro reagisce colorando la soluzione di giallo-bruno, mentre lo zolfo resta inalterato, tendendo a disporsi alla superficie.
La reazione che avviene può essere così descritta:
(Fe + S) + 2HCl ----> FeCl2 + H2 ↑+
S
Infine, si pone la terza aliquota in una provetta contenente 1 o 2 mL di solfuro di carbonio. Si nota che lo zolfo si scioglie completamente, ingiallendo la soluzione, mentre il ferro non dà alcuna reazione, depositandosi sul fondo.
Le prove sopra effettuate indicano chiaramente che ci troviamo di fronte ad
un miscuglio.
Parte terza: formazione del composto ed analisi del suo
comportamento:
Si prepara un miscuglio come nella fase precedente, avendo l'accortezza di
aggiungere un eccesso di zolfo, circa 1 o 2 g ( vedere nota operativa ) e lo si pone in un tubo da saggio asciutto. Si avvicina il tubo alla fiamma di
un bunsen, tenendolo con una pinza, e lo si arroventa gradualmente; dopo di ciò
si lascia raffreddare il tutto per alcuni istanti e si rompe il vetro
recuperando la massa di colore scuro che si è formata.
Si raccoglie la stessa nel mortaio, la si riduce in polvere e la si suddivide
in tre parti.
Si pone la prima parte su un vetro da orologio, avvicinando la calamita; non
si nota alcuna influenza del campo magnetico.
Si pone la seconda parte in una provetta e la si fa reagire con l'acido
cloridrico; si verifica una reazione chimica con produzione di un gas
dall'odore di uova marce, l'acido solfidrico ed il progressivo
inscurimento della soluzione, secondo la reazione:
FeS + 2HCl ------> FeCl2 + H2S ↑
Si pone, per ultimo, la restante parte in una provetta contenente 1 o 2 mL di solfuro di carbonio, osservando che nessun fenomeno chimico-fisico ha luogo.
Questi fatti indicano chiaramente un comportamento chimico diverso da quello
degli elementi di origine e, quindi, l'avvenuta formazione di un composto, il
solfuro di ferro II, secondo la reazione:
T
Fe + S ------> FeS
Nota operativa: la formazione del solfuro di ferro, affinchè esso
abbia le descritte caratteristiche, deve avvenire con un completo
arroventamento. Poichè lo zolfo tende a fondere e ad evaporare è
necessario operare con eccesso dello stesso. In caso contrario parte del ferro
non reagisce conferendo al composto una relativa capacitè a risentire del
magnetismo.
Prestare molta attenzione nell'uso del solfuro di carbonio, evitando
di avvicinarlo a fiamme; se possibile operare sotto cappa.
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