Joan Baez

Joan Baez compie 80 anni

La grande cantautrice americana Joan Baez compie oggi 80 anni. Auguri ad una delle voci più significative della musica folk e pop internazionale, ma soprattutto ad una strenua combattente contro le ingiustizie del mondo. Dalle battaglie politiche contro l’intervento USA in Indocina, a quelle contro la segregazione e la discriminazione razziale, contro la pena di morte,  e, in tempi recenti,  oggi alla contestazione civile contro il peggiore e più pericoloso presidente degli USA, Donald Trump.

Di lei si ricordano canzoni straordinarie, sia come autrice che come interprete: “Where Have All the Flowers Gone ?”, “Farewell Angelina”, We Shall Overcome”, “Here’s to You” -dedicata agli anarchici italiani Sacco e Vanzetti e musicato da Ennio Morricone-, Where Are You Now, My Son ?”, “Gracias alla Vida” di Violeta Parra, fino alla stupenda interpretazione con Bob Dylan della sua “Blowin’ in the Wind“, una delle più grandi canzoni del ‘900.

E non dimentichiamo il suo amore per l’Italia e la musica italiana, con diverse esibizioni con artisti del nostro paese, come Francesco De Gergori, Vinicio Capossela, a esibizioni in supporto di Emergency, a diversi concerti che hanno sempre avuto il tutto esaurito. Ed anche interpretazioni di brani italiani come “La canzone di Marinella” di Fabrizio De Andrè, “La donna cannone” di Francesco De Gregori, “Un ora d’amore” e “C’era una ragazzo che come me amava i Beatles ed i Rolling Stones” di Gianni Morandi.

Ricordo, come fosse ieri, di aver assistito a due concerti di Joan, il primo nella primavera del 1984 al Palasport (ricordo una pessima acustica) ed il secondo al Teatro Margherita di Genova nell’estate del 1986, dove oltre la scaletta, continuò a proporre dei bis anche improvvisando senza accompagnamento musicale.

Auguri Joan di continuare ancora a lungo la tua carriera e di essere sempre un punto di riferimento per chi crede nella democrazia e nella pace.

 

Joan Baez a Genova
Joan Baez a Genova -1986

 

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Folla in via XX Settembre

E’ finito il temporale (o forse no)

Quando, specie d’estate, finisce un temporale ecco che ritorna a far breccia tra le nubi il sole. La natura sembra rimettersi in moto, gli umani guardano dalla finestra: il pericolo di bagnarsi è scampato, possiamo uscire di nuovo.

Parlando di un temporale ben più pericoloso, non costituito da gocce d’acqua ma di virus, la storia si ripete. La Liguria da oggi passa dalla zona arancione, quella di media pericolosità di propagazione dell’epidemia e di saturazione ospedaliera, a quella gialla, un po’ più lieve, ma sempre pericolosa.

Ed ecco che la gente, come documenta il quotidiano La Repubblica, si precipita nelle vie dello shopping, accalcandosi, sì con la mascherina (a volte messa male), pensando che la stessa sia una specie di viatico per non infettarsi, scontrandosi, sfiorandosi, come se non vi fosse più alcun pericolo.

Un’altra notizia, sempre nello stesso quotidiano online, ci fa sapere che oggi i ristoranti sono quasi tutti prenotati, lo stesso i bar per aperitivi e apericene, pur anticipati.

L’ineffabile Presidente della Regione Liguria Toti proclama non di fare attenzione, ma che tutto sta andando bene, che l’economia deve rimettersi in moto, che il denaro deve riprendere a girare.

Sembrerebbe che davvero il temporale sia finito. Ma un segnale ancora lascia perplessi: la scuola resta fisicamente chiusa, tranne le primarie, per le altre classi si prosegue con la didattica a distanza. Di riapertura completa se ne perlerà dopo le feste. Forse.

E che diamine: non vorrete mica che gli studenti ed i docenti in movimento, recandosi o tornando da scuola, affollino gli autobus creando disagio a coloro che vanno in centro a fare shopping? Non sia mai… l’istruzione viene dopo l’economia.

(foto da repubblica.it)

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Kostas Georgakis

50 anni dal sacrificio di Kostas Georgakis

La notte del 19 settembre 1970 in piazza Matteotti a Genova, verso le ore 3 alcuni netturbini videro un lampo e delle fiamme levarsi dalla scalinata del Palazzo Ducale. Si avvicinarono e videro la sagoma di un uomo bruciare e delle grida che dicevano: “Viva la Grecia libera”, “Morte ai tiranni”, “L’ho fatto per la mia Grecia”. Il giovane fu soccorso e portato in ospedale, ma le gravi ustioni lo condussero velocemente alla morte.

Kostas Georgakis era uno studente ventiduenne di Corfù, iscritto e frequentante la facoltà di Geologia dell’Università di Genova. Come è noto in quel momento in Grecia al potere, a seguito di un colpo di stato, vi erano i “Colonnelli”, che avevano instaurato una sanguinaria dittatura. Kostas, come molti altri studenti greci a Genova era oppositore della dittatura, iscritto anche all’Unione di Centro.

Il clima in quei giorni non era certo sicuro per questi studenti in quanto al consolato greco di Genova erano stati inviati dal regime agenti speciali col compito di raccogliere informazioni sulle attività degli oppositori.

Molti di questi erano spesso ospiti per le loro riunioni di sezioni del Partito Comunista Italiano e del Partito Socialista Italiano.

Alloar ero iscritto alla Federazione Giovanile Socialista (FGSI) ed ebbi modo di conoscere uno degli esponenti di spicco degli studenti greci, Iannis Zisssimos. Spesso lo accompagnavo con la moto a riunioni e in una di quelle ebbi modo di conoscere Kostas. Ricordo perfettamente che l’impressione che ebbi fu quella di trovarmi di fronte ad un giovane molto preoccupato per la situazione e nel suo viso era evidente una patina di tristezza.

Infatti si venne a sapere che Kostas temeva per la sua famiglia, la quale aveva già subito delle minacce da parte della polizia dei colonnelli, tanto che fu loro vietato di inviare al giovane soldi per il suo mantenimento.

E’ chiaro che il sacrificio di Kostas fu dettato sia dalla paura che la sua famiglia potesse subire guai peggiori, oltre a quello di far sapere al mondo che vi era chi combatteva anche da lontano la dittatura.

Ricordo benissimo il funerale, la manifestazione che seguì, e le lacrime dei suoi compagni di studio. Ricordo ancora ora cosa mi disse Iannis Zissimos: “Non abbiamo capito quanto soffrisse e quanto fosse il suo amore per la Patria”

Kostas lasciò ad un amico una lettera in cui scrisse” Sono sicuro che presto o tardi i popoli europei capiranno che un regime fascista come quello greco basato sui carri armati non rappresenta solo un’offesa alla loro dignità di uomini liberi ma anche una continua minaccia per l’Europa…. Non voglio che questa mia azione venga considerata eroica poichè è niente altro che una situazione di mancata scelta. D’altra parte risveglierà forse alcune persone alle quali farà vedere in che tempi viviamo.

In Piazza Matteotti c’è una lapide in ricordo del sacrificio di Kostas Georgakis, purtroppo scolorita dal tempo e sarebbe il caso che il Comune di Genova si facesse carico del restauro.

Kostas Georgakis

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Fabrizio De Andrè

Buon compleanno Faber

Oggi 18 febbraio 2020 avresti compiuto 80 anni, se un male impietoso non ti avesse portato via 21 anni fa.

A volte mi chiedo cosa avresti potuto ancora scrivere in questi anni, quali poesie e canzoni avresti potuto creare, quali emozioni dare a tutti noi.

Purtroppo è andata così, ma ci restano le tue opere, imperiture e sempre attuali.

Buon compleanno, comunque, Faber. Sei stato il più grande.

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Parchi di Nervi 18 agosto 2019

Parchi di Nervi: un patrimonio alla mercè di tutti

Qualche mese fa già scrissi, in questo post, dello scempio causato dall’improvvida e sciagurata idea del sindaco (iniziale volutamente minuscola) di Genova di far tenere nei parchi storici di Nervi l’esibizione Euroflora 2018. In diverse fotografie documentai i disastri compiuti ai prati che, a distanza di diversi mesi, non erano ancora stati ripristinati.

Ora, a più di un anno e qualche mese di distanza, finalmente i prati dei tre parchi sono stati quasi completamente ripristinati nel manto verde e, correttamente, delimitati con corde e cartelli a ricordare che il regolamento vieta di calpestare le aiuole.

Purtroppo molte persone ritengono che i parchi storici siano come il londinese Hyde Park oppure come il Central Park di New York, ove gli immensi prati sono a disposizione dei visitatori.

Qui, invece, non è così, in quanto si tratta di parchi storici non di normali spazi verdi o giardini; l’importanza dei tre parchi nerviesi è data sia dalla loro felice collocazione, sia dal fatto che sono presenti specie arboree provenienti da tutto il mondo, costituendo così un vero e proprio santuario del regno vegetale.

Nelle foto che seguono si possono vedere numerose persone giacere sull’erba, altri a consumare pasti di gruppo, altri ancora a giocare al pallone, una signora pure seduta sulla sdraio portata da casa.

Ricordo che quando ero bambino ero solito a frequentare la Villetta Dinegro, altro gioiello al centro della città, e ricordo benissimo che un vigile urbano passava ripetutamente a controllare che nessuno violasse i regolamenti, ad esempio in relazione al gioco della palla o alla conduzione dei cani. Ora ai parchi di Nervi non mi è mai capitato di vedere un agente della Polizia locale o di altra forza dell’ordine. La presenza, pur saltuaria, di questi avrebbe senz’altro la funzione di deterrente al ripetersi di questi comportamenti incivili.

Da qualche anno è stata costituita una ONLUS “Amici dei parchi di Nervi” e dal loro sito è possibile conoscere le proposte, molto interessanti, fatte circa la sistemazione di alcune parti ed il loro utilizzo. Mi pare, a meno che non mi sia sfuggita, manchi qualche indicazione sul controllo durante gli orari di apertura. Credo che l’ONLUS debba insistere con il Municipio ed il Comune per destinare qualche agente della Polizia locale alla vigilanza. Solo in questo modo i parchi potranno essere preservati per il futuro.

 

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Fabrizio De Andrè

Buon compleanno Faber

Il 18 febbraio 1940 nasceva a Genova, in via De Nicolay a Pegli, Fabrizio De Andrè.

Oggi Fabrizio avrebbe 79 anni e sicuramente, in questi ultimi 20 in cui non è stato più con noi, ci avrebbe regalato altre poesie ed ancora nel futuro.

Ma il destino è spesso crudele, per cui non possiamo che ricordarlo attraverso le sue opere che resteranno immortali.

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Parchi di Nervi

Parchi di Nervi: lo scempio infinito

Sono trascorsi, ormai, quasi 9 mesi dalla fine di Euroflora 2018, l’esposizione florovivaistica che una mente improvvida, se non alterata, ha voluto far svolgere nei parchi storici di Nervi.

Euroflora nacque nel 1966 per iniziativa della Fiera di Genova che, allora, cercava di conquistarsi uno spazio non solo ristretto al Salone nautico. Da allora, fino al 2011 ogni quattro o cinque anni si è svolta all’interno degli spazi fieristici, con ottimi risultati in termini di visite.

D’altra parte la struttura stessa di Euroflora prevedeva l’installazione di piante ornamentali, la riproduzione in piccolo di vari biotopi, ma sempre tenendo conto della temporaneità della cosa.

Ricordo che vi era differenza tra il visitare l’esposizione nei primi giorni piuttosto che in quelli finali ove moltissime piante, specie quelle fiorite, risentivano del tempo. Tanto è vero che molte venivano regalate ai visitatori l’ultimo giorno di apertura.

Conclusa l’esposizione le piante che potevano essere recuperate venivano riportate ai loro vivai, i terreni rimossi, e in pochi giorni la Fiera ritornava come prima.

Lo scorso anno l’ineffabile sindaco di Genova Bucci, per qualche recondito motivo, molto probabilmente per crearsi una visibilità fino ad allora inesistente, decise di far svolgere Euroflora 2018 nei parchi storici di Nervi. La motivazione era quella di attrarre un maggior numero di turisti-visitatori, anche se Nervi non è certo una località per turismo di massa.

Quindi gli espositori sono stati autorizzati a installare i loro “stand” nei prati e nelle aiuole dei parchi. Ciò, ovviamente, ha comportato il passaggio sul terreno di camioncini, piccoli escavatori, il passaggio di cavidotti per l’elettricità, l’aggiunta di terra, pietrisco, argille sui terreni e quanto altro.

Senza nulla togliere alla riuscita in termini di numero di visitatori, che avrà probabilmente avuto un riflesso nell’economia della zona, i problemi sono sorti al termine della floralie in quanto gli espositori hanno ripreso quanto poteva essere riutilizzato, lasciando in loco montagne di terricci, granulati di argilla espansa, pietrisco, etc.

Il sempre ineffabile sindaco promise che nell’arco di due mesi i servizi comunali (ASTER) avrebbe ripristinato i luoghi.

Alla riapertura alla fruizione dei cittadini dei parchi, si vide subito che poco era stato fatto, molte zone erano recintate da gabbie metalliche e solo in piccole zone era stato ripristinato il livello del terreno e posizionato sopra un tappeto erboso.

Alle proteste di chi lamentava un rallentamento dei lavori fu risposto che il ripristino dei prati erbosi non poteva essere fatto completamente nei mesi estivi in quanto avrebbe attecchito male. Si arriva all’autunno, le gabbie spariscono, ma i prati rimangono, a parte alcuni, ancora di un inquietante colore giallo, segno che anche le poche rizollature hanno avuto dei problemi di attecchimento.

Si arriva all’inverno e nei giorni feriali è possibile, e nemmeno sempre, vedere al massimo due operatori al lavoro.

Oggi, 20 gennaio, la situazione è quella evidenziata nelle foto da me scattate oggi pomeriggio: uno squallore che fa a pugni con la bellezza dei luoghi.

Il bello è che il Bucci ha dichiarato che la prossima volta Euroflora si svolgerà in modo diffuso nei vari parchi della città. Buona idea, così ne sputtaniamo di più: una equa suddivisione dei disastri.

La speranza è solo che alla prossima Euroflora ci sia un sindaco che sappia davvero fare il suo lavoro.

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Lo scempio ai Parchi di Nervi
20 Gennaio 2019
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