80 anni dalla strage della Benedicta

Sono trascorsi 80 anni dalla strage della Benedicta, una delle più efferate avvenute intorno a Genova.

Tra il 6 aprile e l’11 aprile 1944 75 partigiani appartenenti alle Brigate Garibaldi, furono massacrati da militari della Guardia Nazionale Repubblicana con l’aiuto di reparti nazisti.

La strage avvenne in località Benedicta nei pressi dell’abitato di Capanne di Marcarolo, nel comune di Bosio, sull’Appennino ligure, poco lontano dal confine con la provincia di Genova.

Allo scopo di far venir meno il sostegno dato dagli abitanti del luogo e dei paesi vicini ai gruppi antifascisti, i comandi repubblichini, di concerto con le truppe naziste, organizzarono rastrellamenti che portarono a scontri armati con la Brigata Autonoma Alessandria e la III Brigata Garibaldi della Liguria.

Queste forze Partigiane, per lo più costituite da giovani male armati, furono soverchiate dai nazifascisti contando ben 147 morti, dei quali 75 catturati furono fucilati dai Granatieri repubblichini il 7 apile 1944.

I Partigiani catturati furono in parte avviati ai ai lager tedeschi; altri 17 partigiani furono fucilati il 19 maggio vicino al passo del Turchino, insieme ad altri 42 prigionieri, come rappresaglia per l’ attentato contro un gruppo di soldati tedeschi che si trovavano al cinema Odeon di Genova.

A 80 anni da questo evento, di cui è accertata la responsabilità di fascisti italiani, stiamo assistendo a rigurgiti di quella ideologia, con tentativi di riscrivere la storia diminuendo le responsabilità di italiani al soldo dei nazisti, come avviene anche in altre stragi, partendo da quella delle Fosse Ardeatine.

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