La buona scuola. Ma ne siamo sicuri ?

Il primo passo la riforma renziana della scuola oggi l’ha fatto. Il Senato ha votato la fiducia su un maxi-emendamento di 40 e più pagine ed ora la palla passa alla meno problematica, per i numeri, aula della Camera.

Il mondo della scuola, per la maggior parte, non pare essere d’accordo col provvedimento, in particolare per quanto riguarda la stabilizzazione dei precari, la funzione del dirigente scolastico, la fine della titolarità d’istituto e, last but not least, la possibilità che gli istituti possano ricevere finanziamenti da società o privati.

Quest’ultima cosa, a mio avviso, se da un lato potrebbe portare più risorse alle istituzioni scolastiche, dall’altro ne minerebbe potenzialmente l’autonomia. Francamente non credo che una società, una banca, un’impresa voglia compiere atti di mecenatismo tout-court ma piuttosto badare ad un rientro in termini di pubblicità, di interessi economici o, peggio, di interessi  legati alla criminalità organizzata.

Nel maxi-emendamento si parla di “organico funzionale“. Con questo ciascuna istituzione scolastica autonoma potrebbe ampliare la propria offerta formativa, però, come è scritto chiaramente, senza ulteriori oneri e nel rispetto dell’orario.

Come dire: vuoi un corso di cinese, posso attivarlo se nel mio organico funzionale ho un docente di cinese e se levo un’ora da italiano ed una a matematica. Tutto a costo zero.

Si parla anche di piano per la scuola digitale, ma non si fa riferimento a figure professionali docenti che si occupino delle retei informatiche, della formazione dei colleghi, della comunicazione via Web. Non si dice nulla sulla banda larga per le scuole, delle reti Wifi per docenti e studenti. Nulla. E nessun centesimo messo per questo.

Per le altre cose ne riparlerò. Ma quanto sopra già basta, a mio avviso per contestare veementemente il provvedimento.

 

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