50 anni dall’uccisione di Ernesto Che Guevara

Il 9 ottobre 1967 veniva catturato ed ucciso da militari boliviani, guidati da agenti della CIA, il rivoluzionario argentino, poi cubano di adozione, Ernesto Guevara.

Da tutti conosciuto come “El Che”, Guevara nei giovani del ’68 appariva come un eroe in lotta contro l’imprialismo americano, il colonialismo e lo sfruttamento dei paesi del terzo Mondo. Le sue gesta arrivavano un po’ soffocate dalla stampa di allora, che molto spesso lo bollava come “comunista” o “castrista”, ma anche così erano sufficienti a creare un’aura eroica intorno alla sua figura.

Poco importava, allora, se le gesta del Che erano spesso azioni militari con decine di morti e feriti da una parte all’altra, ma questa figura di indomito guerrigliero, che girava il mondo per portare la rivoluzione in Africa o in altri paesi dell’America latina, per noi giovani, che in quegli anni avevamo abbracciato i movimenti studenteschi di protesta, appariva senza macchia nè paura.

Ricordo gli striscioni rossi, pochi giorni dopo la notizia della sua uccisione, con da un lato la stella del suo berretto, dall’altra una serigrafia della sua iconica foto scattata da Korda, ed al centro la scritta “IL CHE VIVE !!”. Ricordo una manifestazione, se non erro, prima a Caricamento, poi sfilare fino a Piazza De Ferrari dove molti indossavano il basco con la stella, e a gridare “CHE, CHE, CHE GUEVARA”.

La maggior parte di noi, giovani di allora, si definiva, e magari ci credeva, rivoluzionario forse ben sapendo che la rivoluzione in Italia sarebbe stata impossibile e che nessuno, al netto di chi poi passò al terrorismo, avrebbe dovuto imbracciare un Kalashnikov. Non per nulla, la stragrande maggioranza di quei giovani ora fa parte della borghesia, classe sociale allora odiata e denigrata, e magari riciclatasi nei partiti più conservatori.

El Che è forse l’unico rivoluzionario che sia anche diventato un oggetto di moda; mi è capitato di vedere qualche giovane del nuovo millennio indossare una maglia con la foto di Korda e alla domanda se sapesse chi fosse, oltre alla risposta “Che Guevara” nulla su cosa egli avesse compiuto.

Ciò non toglie che oggi io intenda onorare Ernesto Che Guevara, nel cinquantesimo della sua morte, come uno degli eroi più cristallini del XX secolo.

 

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